Giovedì 09 Maggio 2024

All’Ars la maggioranza si ricompatta

PALERMO. Dopo due giorni di scontri, il Pd ritrova l’unità. E anche la coalizione che sostiene Rosario Crocetta si ricompatta, complice il sostegno dei grillini. Il tutto permette di insediare le commissioni legislative, eleggerne i presidenti, e dare così il via all’attività dell’Ars. Che adesso ha 10 giorni per varare le proroghe ai precari, la mini riforma dei rifiuti e l’esercizio provvisorio che rinvia il bilancio al 2013.
Ai vertici delle commissioni sono andati deputati di lungo corso e qualche sorpresa. Marzo Forzese e Nino Dina dell’Udc guideranno la Affari istituzionali e la Bilancio, Bruno Marziano del Pd è il presidente della Attività produttive. Pippo Digiacomo, anche lui del Pd, guida la commissione Sanità. Al grillino Gianpiero Trizzino è andata la Lavoro e a Marcello Greco del Movimento Territorio la Ambiente.
Nessun esponente del Pid di Saverio Romano nè della Lista Musumeci è al vertice di commissioni. E il Pdl piazza il solo Francesco Cascio, ex presidente dell’Ars, nella commissione Ue che ha un peso molto inferiore a quello della Affari istituzionali a cui gli uomini di Berlusconi sembravano destinati (il prescelto era Nino D’Asero) dopo il sostegno concesso all’elezione di Giovanni Ardizzone (Udc) alla presidenza dell’Ars.
Per capire come si è arrivati a queste scelte bisogna avvolgere il nastro fino al pomeriggio di martedì. Cracolici e Lupo arrivano ai ferri corti perchè l’ex capogruppo non è stato inserito nella commissione Bilancio. È l’apice di un duello che lacera il partito di maggioranza relativa e porta con sè il malessere per la formazione della giunta e le precedenti votazioni sugli assetti dell’Ars. Per comporre la lite la segreteria nazionale ha convocato a Roma, ieri, sia Lupo che Cracolici con il capogruppo Baldo Gucciardi. Il mediatore è stato Davide Zoggia, responsabile nazionale degli enti locali. E alla fine - come spiega Gucciardi - è stato riconosciuto il ruolo politico dell’area Cracolici. Che a sua volta ha riconosciuto il ruolo del neo capogruppo, eletto proprio senza i voti dell’area Cracolici. Soluzione: l’ex capogruppo entra in commissione Bilancio pur senza presiederla, e a un deputato a lui vicino va la guida della Sanità. Per Cracolici «fare il gesto di estromettermi da quella commissione aveva un valore simbolico molto grave. Ora si è rispettata un’area che è maggioranza relativa nel gruppo».
Al mattino, ieri, era stato il presidente della Regione a tuonare contro l’accordo che Udc e Pd stavano portando avanti con Pdl e Pid (frutto del sostegno del centrodestra per l’elezione di Ardizzone): «Follia istituzionale». Un accordo che, se fosse stato portato avanti fino alla fine, avrebbe spaccato in modo irreparabile la maggioranza: «A meno che Pd e Udc non vogliano paralizzare l’attività del governo, non possono dare commissioni importanti al Pdl». Le commissioni sono le braccia operative dell’Assemblea, ricevono i testi del governo e ne istruiscono l’approvazione. Per questo Crocetta aveva avvertito gli alleati: «No a inciuci che porterebbero all’ingovernabilità. Non mi consegnerò masochisticamente ai miei carnefici. Nè mi farò imprigionare». Crocetta aveva ribadito che «l’unica soluzione è un accordo istituzionale ampio che coinvolga i grillini».
E così è andata. I grillini hanno sostituito il Pdl nell’accordo. Al punto da far rilevare a molti che, con l’imprimatur di Crocetta, ora c’è una maggioranza allargata: Pd, Udc, Lista Crocetta, Movimento Territorio e grillini.
Per l’Mpa, col neo vicecapogruppo Vincenzo Figuccia «ormai è chiaro che il Movimento 5 stelle è la stampella di Crocetta». E per Pippo Gianni (Cantiere popolare) «anche i duri e puri grillini ora ora fanno parte della coalizione di Crocetta». Per Marco falcone del Pdl «i grillini «i 15 deputati grillini non potranno che sobbarcarsi oneri e onori nel governo della Sicilia». Ma alla vigilia delle elezioni Politiche tanto basta ai partiti del centrosinistra per siglare la tregua dopo un mese di scontri.

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