ROMA. Sono convinto di aver fatto la cosa giusta e in ogni caso non potevo farne a meno, dopo quel che è successo. Ma sono preoccupato naturalmente non per me ma per quel che vedo». È la spiegazione delle ragioni delle sue dimissioni che il premier Mario Monti ha dato a chi lo ha chiamato per un saluto. Il premier sottolinea di non sapere proprio quale sarà il suo futuro al termine dell'esperienza del governo tecnico: «Se dovessi candidamente dire il mio sentimento oggi, direi che sono molto preoccupato. E non mi riferisco soltanto a quella parte politica da cui è venuto questo epilogo con le mie dimissioni. La mia preoccupazione è più generale». Una decisione, quella di rassegnare le dimissioni dopo l'ok alla legge di stabilità, maturata «proprio durante il volo da Cannes a Roma», ricordando anche «cosa aveva rappresentato per l'Italia Cannes lo scorso anno, con quel G8 all'inizio di novembre in cui il nostro governo fu messo alle strette». La sua scelta, comunque, sottolinea il premier, «non ha avuto bisogno di un confronto politico. Non è vero che mi sono confrontato con gli onorevoli Bersani e Casini prima di andare al Quirinale. Non ne avevo il tempo e in qualche modo potrei dire che non ne ho avvertito la necessità. Nel senso che mi era ben chiaro cosa dovevo fare. Ecco perchè non ne ho parlato nemmeno con esponenti del governo. Ho voluto confrontarmi solo con il Capo dello Stato. Poi a cose fatte ho chiamato Bersani e Casini. E dopo anche l'onorevole Alfano». L'annuncio nel giorno di festa è arrivato per dare «a mercati chiusi, ventiquattro, trentasei ore di tempo per riassorbire un 'colpò, nella speranza naturalmente che il colpo non ci sia». E determinante non è stato tanto il timore di un 'Vietnam parlamentarè dopo la dichiarazione di Alfano, («interpretata veramente come un attestato di sfiducia anche se non espressa in modo formale», non necessario perchè «le cose sono chiare»). Il fatto «decisivo - spiega il premier - è un altro: io non sento più intorno a me una maggioranza che, sia pure con riserve e magari a malincuore, sia capace di sostenere con convinzione la linea politica e di programma su cui avevamo concordato». E «non potevo fare altrimenti. Non sarebbe stato giusto e nemmeno possibile».
MILANO -2% CON ANNUNCIO DIMISSIONI. Piazza Affari apre in calo. Il Ftse Mib cede il 2% a 15.371 punti dopo l'annuncio delle dimissioni di Mario Monti. Piazza Affari scivola sempre più in basso e il Ftse Mib cede il 2,5% trascinato in ribasso dalle vendite sui bancari. In controtendenza, spinta da un buy di Deutsche Bank, Mediaset che sale dello 0,5% sulle attese di un ritorno in politica di Silvio Berlusconi.
Tra le banche Intesa Sanpaolo cede il 5,15%, Unicredit il 4,66%, Mediobanca -4% e sempre sospese restano Mps, Bpm e Ubi BAnca.
LA GERMANIA: L'ITALIA RISPETTI GLI IMPEGNI. «Non ci aspettiamo alcuna destabilizzazione nell'eurozona. Ci aspettiamo che l'Italia andrà avanti nel rispetto dei suoi impegni europei». Lo ha detto la portavoce del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, rispondendo a Berlino ad una domanda sugli sviluppi della situazione italiana e i possibili contraccolpi sull'euro.