PALERMO. «La situazione mi sembra molto complicata»: Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio dell’Ars, fotografa così lo scontro fra Parlamento e governo sulla norma che dovrebbe introdurre tagli per almeno 150 milioni agganciati a una riduzione del personale regionale. Misure impopolari che i deputati non vogliono varare in campagna elettorale. La norma deve essere approvata entro lunedì notte dall’aula perchè martedì Lombardo si dimetterà interrompendo la legislatura. Ma da mercoledì a ieri la legge non ha fatto neppure un passo in commissione, dove il
tempo scade oggi. Il testo che riproduce la spending review nazionale sta a sua volta paralizzando l’iter di altre due norme: l’assestamento di bilancio e la legge omnibus, che contengono stanziamenti per precari, bus pubblici e collegamenti marittimi. È su queste pressa invece il Parlamento. Savona si fa interprete del pressing: «Mi sembra sia più urgente pensare alle tante emergenze che stanno scoppiando. Dalla crisi dell’Ast ai precari senza dimenticare i dissalatori per le isole minori». Provvedimenti che in campagna elettorale danno un vantaggio a dispetto di misure impopolari come il taglio di
duemila dipendenti regionali, con annesso abbattimento di buoni pasto, e la riduzione di 15 milioni nel finanziamento dell’Ars. Oggi il cammino della legge sarà reso più difficile da una mossa che Savona ha annunciato ieri: «Ho convocato in commissione i sindacati dei regionali per chiedere loro
proposte migliorative del testo». Ne è nato un braccio di ferro perchè Armao ha posto paletti sugli altri due testi, quelli più cari ai deputati. La copertura finanziaria - 13 milioni - della norma che garantisce gli stipendi a novembre e dicembre ai 22 mila precari dei Comuni e ai 6.500 Asu è stata data sottraendo risorse agli enti locali. I deputati, soprattutto del Pdl, hanno scosso il capo. Altre misure sarebbero finanziate con un
taglio di 20 milioni all’Irfis. Mossa che ispira la dietrologia di Savona e di Marianna Caronia: «Se alla guida dell’istituto fosse andato Armao, non sarebbero mai stati tagliati tanti soldi». L’assessore ha quindi chiesto in aula di fermare la votazione sui due testi cari ai deputati: se ne riparlerà lunedì, quando si voterà su tutti i disegni di legge. Si attiverà quindi una trattativa a 360 gradi e potrebbero essere inserite alcune misure della spending reviw nel testo sull’assestamento tecnico. Avviando quindi un percorso di risanamento che verrebbe consegnato come una road map al prossimo governo. Intanto Armao ieri ha messo in guardia dai rischi parlando per la prima volta di default: «Vedo delle resistenze all’Ars nell’approvazione di questa legge. Faccia appello al senso di responsabilità
del Parlamento perché bisogna dare un segnale ai mercati e risposte agli input del governo Monti».
Armao guarda con preoccupazione alle mosse delle agenzie di rating che stanno aggravando il giudizio sull’affidabilità finanziaria della Regione: «Se il rating calerà ancora - spiega l’assessore all’Economia - si verificheranno le condizioni previste dai contratti sui derivati (sorta di prestiti, ndr) stipulati con alcune banche. In pratica, gli istituti di credito potrebbero costringere la Regione a restituire subito 950 milioni. Allora sì, ci sarebbe un rischio default. I deputati devono capire che ciò si verificherebbe in campagna elettorale e avrebbe effetti più devastanti dei tagli».
Pur registrando il silenzio di Lombardo, Armao trova al suo fianco il vicepresidente Massimo Russo: «Qualcuno non ha consapevolezza delle difficoltà. Non ci sono più quattrini, bisogna tagliare le spese». Ma per Maurizio Bernava «è urgente l'approvazione di norme che affrontino il problema della revisione della spesa, anche se tardiva ed imposta dall'intervento di Monti. La Cisl considera la proposta di Armao solo una tappa iniziale, peraltro dagli effetti economici irrisori rispetto alla voragine di bilancio».