PALERMO. Un contratto a dir poco vantaggioso, con clausole che caricano sulla Regione quasi tutti gli aumenti dei costi d’impresa, ha consentito alle compagnie di avere aumenti pari al 231% in un decennio. Mentre in tutti gli altri settori la Regione taglia, il capitolo dei contributi per i collegamenti marittimi verso le Isole minori cresce sempre. Anche quest’anno, mentre il trasporto su gomma vedeva una riduzione di 45 milioni, alle compagnie di navigazione è stato accordato un aumento di 10 milioni tondi. E così la spesa, che nel 2002 era di 11,9 milioni, oggi ha raggiunto gli 82 e l’anno prossimo toccherà i 101.
Eccola la prima scoperta della spending review in chiave siciliana. L’analisi della spesa storica condotta dall’assessorato all’Economia, guidato da Gaetano Armao, che ha lasciato di stucco funzionari e assessore al punto da suggerire l’invio delle carte alla Procura della Corte dei Conti. I dati, per la verità, li ha elaborati anche il servizio Bilancio dell’Ars, guidato da Francesco Aiello: nel 2002 la spesa per il settore è stata di 11,9 milioni, nel 2003 è cresciuta fino a 22 arrivando poi a 27 nel 2007 e 35 nel 2008. Poi addirittura raddoppia raggiungendo nel 2009 i 62 milioni per arrivare a 72 nel 2010 e 2011. Quest’anno è stato stanziato un budget di 82 milioni.
Perchè la spesa è cresciuta così tanto? La relazione di Francesco Aiello punta tutto sulle regole che consentono l’adeguamento in corsa dei prezzi rimborsati dalla Regione per i costi del servizio: il principale riguarda il carburante. Dal 2004 al 2008 si è preso a parametro «il tasso di variazione medio annuo dei prezzi al consumo dell’intera colletività indicato dall’Istat». Ma per le aziende che si erano aggiudicate l’appalto ciò non era sufficiente. Ne è nato un lungo contenzioso e nel frattempo sono scaduti i contratti. Al momento di rinnovarli, nel 2008, la Regione ha cambiato metodo prendendo a parametro per la revisione in corsa dei corrispettivi «il tasso di variazione medio annuo dei prezzi al consumo relativamente alla voce trasporti marittimi e per via d’acqua interna». Ciò ha consentito alle compagnie - traducono i tecnici - di caricare sulla Regione non solo gli aumenti del prezzo di carburante ma anche tante altre voci che compongono il bilancio aziendale.
Così è nato il buco nero dei fondi per il trasporto marittimo, oggi affidato a Ngi, Traghetti delle Isole e Ustica Lines. «Spesso su una stessa tratta si muovevano due compagnie con orari simili, uno spreco - commenta Armao -. Quest’anno la richiesta del settore era di aumentare i fondi fino a 120 milioni. Noi siamo riusciti a fermarci a un aumento di 10». Ma il caso promette di finire in tribunale perchè - secondo le aziende - il contratto prevede questi aumenti e la Regione non potrebbe applicare la cosiddetta clausola del taglio del quinto d’obbligo. Nel frattempo proprio la carenza di fondi da parte della Regione impedirà il 7 e 27 luglio di portare avanti i bandi per i nuovi affidamenti. Ma Vincenzo Falgares, direttore dell’assessorato ai Trasporti, precisa che «è vero che i contratti hanno provocato aumenti a carico della Regione tuttavia va detto che sono anche aumentati significativamente i collegamenti assicurati sulla scorta delle indicazioni date dal governo».
Trasporto in mare, il grande spreco: ogni anno la spesa cresce di 10 milioni
Un contratto a dir poco vantaggioso, con clausole che caricano sulla Regione quasi tutti gli aumenti dei costi d’impresa, ha consentito alle compagnie di avere aumenti pari al 231% in un decennio. Mentre in tutti gli altri settori la Regione taglia, il capitolo dei contributi per i collegamenti marittimi verso le Isole minori cresce sempre
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