Venerdì 22 Novembre 2024

Regione, si è dimesso Centorrino

PALERMO. Con le dimissioni di Mario Centorrino, lascia il governo «l'ultimo dei moicani», commenta ironico un deputato regionale del Pd, area di riferimento dell'assessore alla Pubblica Istruzione, che in serata ha rimesso la delega nelle mani di Raffaele Lombardo, irritato per
la «sfiducia» che i democratici si apprestano a mettere nero su bianco in una mozione all'Ars.
L'uscita di scena del docente universitario, vicino al dirigente di 'Innovazionì Francantonio Genovese che ha condiviso «in pieno» la svolta del segretario del Pd Giuseppe Lupo, fa il paio con quelle dei suoi colleghi che hanno abbandonato la giunta nei giorni scorsi: addii che hanno in comune il modo rocambolesco col quale sono maturati, come l'ANSA è in grado di riscostruire dopo avere ascoltato diverse fonti. Il primo a sbattere la porta, perchè di questo si tratta, fu Sebastiano Di Betta, area Fli. Di Betta, che aveva la delega al Territorio, se ne andò con una lettera. Senza informare nessuno preventivamente: svuotò il suo ufficio dopo avere incassato la bocciatura di alcune norme della finanziaria per mano del commissario dello Stato, lasciando di sasso Lombardo e persino molti dirigenti del suo partito. «Ottima persona, ma poteva uscire di scena in modo, diciamo, più istituzionale», sostiene un dirigente che lo conosce molto bene.
Poi toccò a Giosuè Marino: il prefetto parlò della sua volontà di lasciare l'Energia con il governatore all'indomani della nomina dei due assessori politici: Alessandro Aricò (Fli), subentrato a Di Betta, e Giuseppe Spampinato (Api) che ha preso il 'Lavorò, detenuto a interim da Lombardo dopo le dimissioni di Andrea Piraino, che seguì gli ordini di scuderia dell'Udc, passato all'opposizione. Nei corridoi del Palazzo si racconta che Marino aveva concordato il timing delle dimissioni col governatore: ma quando Lombardo gli chiese di aspettareancora un pò, il prefetto decise di fare da solo. Se ne andò mentre il presidente era di ritorno da impegni istituzionali a Roma, scatenando le sue ire. La notizia piombò a Palazzo dei
Normanni mentre era in corso una seduta dell'Assemblea regionale; proprio negli stessi istanti sulla sua pagina di Facebook l'ex sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, annunciava:
«Sono il nuovo assessore all'Agricoltura». Panico. Elio D'Antrassi, il titolare della delega, è costretto a replicare: «L'assessore sono io». Da Palazzo d'Orleans bocche cucite e nessuna smentita ufficiale. Ci vollero 24 ore per riannodare il bandolo della matassa: fuori D'Antrassi, dentro Aiello. L'ex sindaco aveva detto la verità, un pò in anticipo rispetto ai tempi concordati
  Tutto finito? Macchè. Il coupe de theatre doveva ancora arrivare. Mentre radio Palazzo dava per imminenti le dimissioni di Pier Carmelo Russo, altro tecnico di area Pd, da Palazzo d'Orleans parte la nota con cui si annunciava una conferenza stampa per la presentazione del nuovo assessore all'Energia. Minuti frenetici: c'è chi azzarda che, nella sala degli specchi della Presidenza, Lombardo è assieme a Fabio Mancuso, deputato del Pdl e assessore in pectore, e chi invece prende per buono tale 'Beghellì, nome fatto circolare per sms da chi viveva con
sarcasmo i giochi della politica. Con Lombardo, invece, c'era Andrea Vecchio, l'imprenditore edile di Catania, il 'tecnicò al quale il governatore ha assegnato le Infrastrutture, delega di Pier Carmelo Russo, che s'aspettava di partecipare alla sua ultima giunta prima di consegnarla, dovendo però fare buon viso a cattivo gioco davanti a cameraman e fotografi.

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