PALERMO. Non è stata ritrovata l'unità, ma il Pd siciliano ha deciso un armistizio interno con il ricompattamento dei ranghi per evitare l'azzeramento degli organismi e il commissariamento in vista delle elezioni regionali a ottobre. Mesi di malumori, attacchi reciproci, parole grosse verso il segretario siciliano, ma alla fine nell'hotel San Paolo, un albergone con piscina sul tetto
confiscato alla mafia, la mozione di sfiducia a Giuseppe Lupo viene ritirata tra i malumori di parte dei 360 delegati chiamati a esprimersi e che non l'hanno potuto fare. Dopo ore di parole
sul palco un centinaio di delegati si è riunito dietro il separè della grande sala decidendo il ritiro della mozione. L'assemblea si è chiusa e si riunirà entro un mese. Tutti a casa con una sola novità: il segretario sarà affiancato da un ufficio politico - composto da 3 o 4 rappresentanti delle anime del Pd - per il traghettamento verso le regionali. Lo snodo è proprio questo: le scelte dei candidati e delle alleanze per il futuro della Regione. Gli esponenti locali non volevano che fosse un «romano» a imporre decisioni. Così è stato scelto quello che appare il male minore per chi tiene le fila del partito in Sicilia.
Dopo che il segretario Lupo è tornato ai microfoni con la proposta di «allargare» la segreteria «per affrontare la prossima scadenza elettorale», è intervenuto il deputato regionale Lillo Speziale, presidente della commissione antimafia siciliana, definendo «sciagurata» la scelta commissariale e dicendosi d'accordo con «una gestione collegiale del partito
nei prossimi mesi». Molti delegati si sono alzati gridando «Buffoni, vergogna, venduti». Una delegata ha detto: «Ci raccontano le storielle, ci fanno venire qui parlando di democrazia poi si 'appattanò e finisce tutto». Un altro gridando verso la presidenza dell'assemblea ha detto: «Non ci sarà mai un vero cambiamento dentro il Pd, andatevene a casa».
Lupo ha detto di considerare «fondamentale l'alleanza con le forze del centrosinistra» che
può essere allargata «alle forze moderate che si sono contraddistinte nella lotta al centrodestra». Vengono considerati prioritari «i temi della legalità e della lotta
alla mafia» mentre «è superata l'esperienza del governo Lombardo. Ringrazio tutti i componenti dell'assemblea per aver rilanciato il percorso unitario del partito democratico in Sicilia, ascoltando la richiesta che, in queste settimane, è stata avanzata con forza dalla nostra base. Adesso è il momento di aprire nei nostri circoli sul territorio il confronto con gli iscritti e gli elettori per rilanciare un progetto di cambiamento della nostra regione, preparandoci così nel modo migliore a vincere le elezioni regionali del prossimo ottobre». ».
Dopo la riunione dietro il separè la decisione presa è stata comunicata all'assemblea dal capogruppo Pd all'Ars, Antonello Cracolici: «Ritiriamo la mozione di sfiducia perchè può
essere un tentativo di ritrovata unità, visto che siamo un partito che sta per andare al voto. Nelle prossime ore dobbiamo fare le liste e poi pensare alle alleanze». «Sarebbe ipocrita
- ha detto - se dicessi che l'esito soddisfa la chiarezza che anche l'opinione pubblica ci chiede. Il partito è spezzato, come fa a fare alleanze all'esterno se non sa trovare unità
all'interno? Abbiamo necessità di dire come stanno le cose, il partito è malato, qual è la medicina? Il dilemma - ha proseguito - è se seguire le indicazioni dell'uomo venuto da
Roma oppure seguire la consapevolezza che il partito deve fare da sè. Sarebbe stato meglio se il segretario avesse fatto un passo indietro, non l'ha fatto e se ne assume la responsabilità».
Pd: ritirata la mozione di sfiducia, Lupo "scarica" Lombardo
Il segretario avrà al fianco un ufficio politico per affrontare la prossima scadenza elettorale
Caricamento commenti
Commenta la notizia