Giovedì 28 Novembre 2024

Pd, Bersani: "Subito al voto in Sicilia"

PALERMO. Bersani chiede di staccare la spina al governo Lombardo e indica la strada di un’alleanza a sinistra in vista delle Regionali. I vertici romani iniziano anche a pensare all’ipotesi di un commissariamento del partito sull’Isola nel caso in cui passi la mozione di sfiducia al segretario Lupo presentata dalle correnti filogovernative di Cracolici e Genovese. Il dopo Amministrative in casa Pd è una guerra di posizionamento per determinare le alleanze in vista delle Regionali: svolta a sinistra verso Sel e Idv, come chiede Roma, o conferma del patto coi moderati (Mpa in primis)? Bersani ha dato l’ultimatum: «Si è esaurita la fase politica di Lombardo. Il gruppo dirigente siciliano lavori per avere al più presto elezioni». È il segnale che a Palermo attendevano in tanti. «Lombardo tentenna sulla data del voto, presentiamo la mozione di sfiducia - esordisce Bernardo Mattarella -. L’input di Bersani è di partire dal centrosinistra per allargarsi al centro e non viceversa».
È la linea che il segretario Lupo prova a rilanciare per evitare anche di presentare le dimissioni annunciate alla vigilia del voto. Lupo legge il dato delle Amministrative in questa chiave: «Una straordinaria affermazione del Pd, che è il perno dell’alleanza di centrosinistra in alcuni casi anche con le forze moderate. Il Pd ha vinto in 65 Comuni (contando anche quelli in cui si vota col maggioritario, ndr) e in 10 è al ballottaggio».
Ma sono dati che non convincono neppure chi, come lui, invita a mollare Lombardo: «A Palermo il Pd ha appena 3 punti di vantaggio su Rifondazione e Grillini, questo non può essere un successo - afferma Tonino Russo -. È il segnale che l’appoggio a Lombardo ci ha penalizzati elettoralmente». Il messaggio che arriva dalle urne di Palermo induce alla cautela in vista delle Regionali anche l’area ex margheritina che fino a ora si è mossa sulla linea di Cracolici e Lumia: «I risultati di Orlando - commenta Nino Papania - meritano una riflessione. Attendiamo l’esito dei ballottaggi, ma nessuna delle posizioni della vigilia può più andar bene a priori». Papania però non frena l’attacco a Lupo: «Il segretario non si dimette più? Abbiamo i numeri per sfiduciarlo, sono passati con noi Faraone a Palermo e Cafeo a Siracusa». Neppure l’area di Crisafulli, Mattarella, Bianco e Russo difenderà il segretario. L’esito della riunione del 27 maggio sul futuro del segretario influenzerà le alleanza per le Regionali. «Se Lupo non si dimette e si arriva alla sfiducia - riflette Tonino Russo - non si può eleggere subito un segretario. Bisognerebbe andare a una reggenza». Ma in quel caso Cracolici e Genovese chiederebbero un triumvirato che mette dentro le loro correnti e quella di Crisafulli: avrebbero così la maggioranza per orientare le scelte in vista delle elezioni di ottobre. E allora ecco un’altra ipotesi: «È possibile anche un commissariamento da Roma» anticipa Russo. È il modo con cui Bersani controllerebbe le trattative sulle alleanze e sulle candidature a Palazzo d’Orleans limitando le prospettive di Beppe Lumia o Massimo Russo (espressioni dell’accordo con l’Mpa) e rilanciando nomi del Pd che hanno invece lavorato per la virata a sinistra.
Ma Lombardo pressa per il Pd per un’alleanza con Mpa, Fli, Api ed Mps. Il governatore starebbe preparando un governo semipolitico che guidi la fase preelettorale. Un posto libero, alla Famiglia, già c’è. A breve potrebbero lasciare spontaneamente la giunta uno o più tecnici. Il nome che si fa è quello di Gaetano Armao. Ieri Enzo Emanuele è stato nominato direttore dell’Irfis: si è liberata così la poltrona di presidente. Può essere quello l’approdo di Armao che lascerebbe negli ultimi mesi spazio a politici dell’Mpa (Leanza o Lo Monte) e permetterebbe a Lombardo di offrire all’area Cracolici-Genovese margini di manovra preelettorali.

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