Giovedì 28 Novembre 2024

Multiservizi, Armao: chi ha sbagliato pagherà

PALERMO. Ora che il problema dei precari delle società partecipate è esploso, nel governo c’è il sospetto che i contratti a termine siano stati siglati volutamente con procedure scorrette. È un sospetto che ammette Anna Corsello, commissario liquidatore della Multiservizi: «È doveroso avviare la procedura di verifica degli atti di questa vicenda per accertare se essa sia riconducibile agli amministratori del tempo, nei confronti dei quali, se necessario, si proporrà di promuovere giudizio di responsabilità». La Corsello rivela infatti che i contratti a termine sono stati siglati malgrado vigesse un blocco delle assunzioni introdotto con legge. I 122 che hanno fatto ricorso sono entrati alla Multiservizi fra il 2008 e 2009 e hanno avuto parecchi contratti a tempo prima della vertenza. Il governo temporeggia perchè non ha i soldi per pagare la loro stabilizzazione e sta verificando la percorribilità di una soluzione alternativa frutto di un groviglio di norme: «È vero che ci sono le sentenze che ci condannano ad assumere - precisa la Corsello - ma ciò vale per la Multiserivizi. Dunque potremmo stabilizzare queste persone e poi non farle transitare nella Beni culturali spa perche su questa società non sussiste alcun obbligo». Altro problema. A fare ricorso sono stati in 122 ma i precari della Multiservizi sono 250. Si teme una reazione a catena. Che può estendersi fino a Biosphera, dove 130 dipendenti hanno fatto vertenza in vista del passaggio alla Beni culturali lamentando il demansionamento e chiedendo la promozione. E, sempre in Biosphera, decine di precari chiedono il posto fisso. Anche il governo sostiene la tesi della colpa dei precedenti amministratori. Per l’assessore al Bilancio, Gaetano Armao, «se si è instaurato un rapporto a tempo indeterminato perchè un dirigente ha sbagliato a formulare i contratti, ne risponde patrimonialmente chi ha sbagliato». Per l’assessore «il punto è che stiamo pagando gli effetti di gestioni passate della cosa pubblica che oggi sono macigni sulle nostre spalle». Ma soprattutto, Armao precisa che «la Regione non ha 4 milioni e mezzo per pagare questo personale». Gia. Pi.

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