Venerdì 27 Dicembre 2024

Lo Bello: in Sicilia situazione esplosiva

PALERMO. Il governo regionale «segue un modello di sviluppo errato basato sulla distribuzione assistenziale di risorse pubbliche», firmato Confindustria Sicilia. Poi il no alla sanatoria delle case vicino al mare, e poi le polemiche di sei mesi fa con l’assessore al Bilancio Gaetano Armao che «magnifica le opportunità del credito di imposta sapendo che non sarà finanziato». E poi ancora quella «follia collettiva del precariato che bisogna fermare al più presto... la nostra migliore gioventù illusa e presa in giro»: è lirismo d’opposizione quello del presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, che comunque avverte: «Senza interventi radicali si può determinare in Sicilia una situazione esplosiva».
Sembra contestazione al governo, eppure non lo è. Non si dimette l’assessore alle Attività produttive Marco Venturi che è l’espressione confindustriale. «No, non è un attacco al governo, che fra l’altro non distribuisce risorse pubbliche perchè non ne ha - chiarisce Ivan Lo Bello -, noi vogliamo costruire e non demolire. Intanto la riflessione sul precariato è legata a un periodo storico molto più ampio della breve vita di questo governo, è un problema del Mezzogiorno dagli anni ’60, il sistema assistenziale clientelare: in altre parti del paese è andata diversamente, da noi si sono distribuite risorse a pioggia e purtroppo il governo Lombardo non ha avuto il coraggio di capovolgere la situazione».

E LA SANATORIA CHE NON PIACE A CONFINDUSTRIA? «È una inziativa parlamentare, interna all’Ars che comunque oggi dovrebbe occuparsi di altro. La sanatoria non è una priorità, avrebbe un effetto dirompente sulla credibilità della Sicilia, trovino piuttosto le risorse per demolire le case abusive. Venturi, poi: è un imprenditore che fa l’assessore tecnico del governo Lombardo, lo stimiamo, quando ha accettato la proposta si è dimesso da ogni incarico. Venturi è una persona per bene e competente, Confindustria non è un partito politico che partecipa a un governo e quindi non esprime assessori».
E IL CREDITO DI IMPOSTA CHE LE IMPRESE NON HANNO AVUTO? «È stato riproposto e fra qualche settimana sarà operativo, mi risulta che sarà finanziato con 120 milioni».

E ALLORA I NUMERI DELLA CRISI SICILIANA.
«Siamo la regione con il più alto tasso di disoccupzione, 41% dei giovani fino a 25 anni non lavora. La crescita è stata zero nel 2010, nel 2011 sarà meno di zero e nel 2012 probabilmente ancora più negativa. Ma tutto questo si inserisce nello scenario nazionale e internazionale: nel 2012 l’Italia potrebbe essere in recessione tecnica. In Sicilia è diminuita la ricchezza che producono le industrie, sono crollati gli investimenti esterni ed interni, lo scenario è molto precario ma va precisato che è un trend nazionale, da noi più accentuato».

COSA DEVE FARE IL GOVERNO REGIONALE?
«Il nodo principale che frena la crescita è il tema della semplificazione amministrativa, una riforma a costo zero. Per fare un impianto industriale in Germania, Francia, Spagna servono alcuni mesi, si ottiene il sì o il no trasparente, procedimento amministrativo tracciabile su internet, da noi non è così. E poi i progetti per spendere i fondi comunitari: non ne abbiamo e per questo non riusciamo a spendere. Le amministrazioni si dotino di progetti coerenti con lo sviluppo della Sicilia, c’è per esempio la necessità di rinnovare la rete ferroviaria con standard odierni e non ottocenteschi, si dotino tutte le aree industriali di reti a banda larga secondo i più avanzati sistemi tecnologici. Senza interventi radicali in Sicilia si può determinare una crisi gravissima».

ESPLOSIVA?
«Esplosiva: le manovre statali che tagliano progressivamente risorse, la scarsa crescita che diminuisce le entrate fiscali, è impossibile fare investimenti per il rilancio, dobbiamo prepararci all’eventualità di questo scenario con una manovra di risanamento forte e coraggiosa, tagliando privilegi, a partire per esempio dall’insostenibile e inutile sistema della formazione».

UN RISANAMENTO COME NELLA SANITÀ DELL’ASSESSORE MASSIMO RUSSO?
«La riforma della sanità va misurata in un arco temporale più lungo, un giudizio oggi è prematuro. Abbiamo sprecato 200 milioni nei cantieri di lavoro...».

IN SICILIA C’È UN’INDUSTRIA PRIVATA DELLA SALUTE CHE FUNZIONA BENE, 1646 STRUTTURE CONVENZIONATE CONTRO LE 144 DEL PIEMONTE.
«Nell’Aiop, che aderisce a Confindustria, sono solo una cinquantina, in linea con la media del paese».

E LA LEGGE LOMBARDO DEL 2010 CHE HA DATO IL VIA LIBERA ALLA STABILIZZAZIONE DI CIRCA CINQUEMILA PRECARI?
«Abbiamo preso una posizione fortemente contraria nei confronti di questa stabilizzazione».

SUL FRONTE DELLA LEGALITÀ, CONFINDUSTRIA HA ESPULSO GLI ASSOCIATI CHE PAGANO IL PIZZO: QUANTI IN QUATTRO ANNI?
«Poco meno di quaranta. In Sicilia si è aperta una nuova stagione grazie anche ai ragazzi di Addiopizzo e alle associazioni antiracket e questo è uno degli elementi che rende più credibile la Sicilia nel panorama nazionale».

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