PALERMO. Sbloccato il rinnovo del contratto dei 20 mila regionali. La trattativa riprenderà il 7 settembre per il comparto dei funzionari e il 14 per i dirigenti. Per quella data il governo metterà sul piatto una spesa di 80 milioni, che si aggiungono agli 80 già stanziati negli anni scorsi per coprire la cosiddetta vacanza contrattuale (con cui viene erogato parte dell’aumento).
Vicenda molto articolata, quella del contratto, che si incastra fra buchi di bilancio coperti in extremis e manovra correttiva. I funzionari attendono il rinnovo del biennio 2008/2009: «Costerà 32 milioni all’anno e garantirà - calcola Gianni Borrelli dell Uil - aumenti medi di 50 euro al mese che si sommano ai 40 già erogati come vacanza contrattuale». I dirigenti attendono invece il rinnovo del biennio 2006/2007 e quello del 2008/2009: costo dell’operazione, 16 milioni. In questo caso gli aumenti - calcola ancora la Uil - saranno mediamente di 400 euro. Ovviamente l’aumento si riflette in ogni anno successivo, ecco perchè l’Aran ha calcolato che - partendo dal 2006 per i dirigenti e dal 2008 per i funzionari - serviranno almeno 80 milioni per agganciarsi al 2011. A tutto ciò vanno aggiunti gli arretrati, che saranno inferiori ai mille euro per i funzionari ma molto elevati per i dirigenti.
A fine luglio l’Aran, guidata da Girolamo Di Vita, aveva ufficialmente bloccato i rinnovi perchè il governo aveva comunicato che non c’erano più i fondi. Quelli allora disponibili erano stati dirottati verso la sanità, per cui era necessario coprire un buco da 600 milioni. Poi però lo Stato ha erogato parte dei fondi Fas. E così - conferma l’assessore all’Economia, Gaetano Armao -, soddisfatte le esigenze della sanità, i soldi prima destinati al contratto tornano disponibili. L’assessore precisa che si tratta di un rinnovo di contratti scaduti molto prima che iniziasse la fase di crisi che sta costringendo a tagli senza precedenti. E il capo del Personale, Giovanni Bologna, ieri ha ricordato durante il vertice sulla manovra economica che si tratta di diritti acquisiti. Restano invece bloccati tutti i successivi rinnovi. La manovra nazionale, così come la Finanziaria regionale del maggio scorso avevano già previsto lo stop.
Basterà a evitare polemiche? Dario Matranga dei Cobas anticipa le critiche: «Sono contratti che gli impiegati pubblici della Padania hanno già attenuto».
Il governo ha annunciato ieri che nella manovra correttiva allo studio inserirà una norma che punta a mitigare la spesa per i dirigenti. È la cancellazione della cosiddetta clausola di salvaguardia che consente ai dirigenti di mantenere una retribuzione equivalente anche nel caso in cui l’ufficio guidato venga soppresso o loro siano trasferiti ad altro incarico. È una clausola che - come rilevato dalla Corte dei Conti - ha di fatto azzerato gli effetti della riforma della pubblica amministrazione che ha diminuito le poltrone dirigenziali ma non aveva intaccato le uscite per gli stipendi. Ora il governo prova a cancellare la clausola ma servirà un voto dell’Ars.