Venerdì 27 Dicembre 2024

Armao attacca la manovra: "In Sicilia tagli per un miliardo"

PALERMO. «La manovra bis di Tremonti è confusa, antimeridionale e incostituzionale. Solo nel 2012 i tagli imposti da Roma peseranno sulla Sicilia circa un miliardo di euro, che si aggiungono ai 400 milioni previsti dalla manovra di luglio. Per un totale quindi di circa un miliardo e mezzo». A lanciare l'allarme è stato l'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, a poche ore dalla fine dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo, Regioni ed enti locali. Tavolo a cui ha partecipato su delega del presidente Lombardo, l'assessore Mario Centorrino, che ha giudicato la bozza del governo, poi approvata, «quasi da stato di guerra».
I tagli
Il decreto per anticipare il pareggio di bilancio prevede, hanno riferito i rappresentanti siciliani, una riduzione di due miliardi di trasferimenti per le Regioni a statuto speciale nel 2012. Solo sulla Sicilia i tagli ammonteranno a circa un miliardo. In sostanza, tra la manovra di luglio e quella appena varata, alla Sicilia sarebbero stati decurtati circa un miliardo e mezzo in meno di risorse nel 2012, mentre circa due miliardi e 100 milioni verrano meno nel 2013. In tutto, quindi, 3 miliardi e mezzo di tagli nei prossimi due anni.
Le reazioni
L'assessore Mario Centorrino, all'uscita da Palazzo Chigi ha commentato così l'incontro: «Un sonnacchioso primo ministro e un ministro del Tesoro con appena un filo di voce, accompagnati da uno schieramento inusuale dell'intero governo, hanno illustrato la manovra per il riequilibrio del bilancio, che risulta ispirata unicamente a tagli di trasferimenti per i Comuni, Province e Regioni, mentre sui tagli della politica accennati non è stata fatta alcuna esemplificazione. I tagli agli enti locali - ha spiegato Centorrino - altro non significano se non un'ulteriore riduzione dei servizi sociali come quello dei trasporti. Ribadiamo - conclude Centorrino - la nostra disponibilità ad un tavolo con il governo per mettere a punto le soluzioni per conseguire il risultato richiesto dalla Bce». E l’assessore per l’Economia, Gaetano Armao, ha aggiunto: «Le decisioni assunte in modo contraddittorio ed incerto - continua Armao - evidenziano un’intollerabile gestione approssimativa della crisi con un'unica certezza: il Sud paga per tutti. Questo oltre che ingiusto è ancor prima incostituzionale».
Giacomo Scala, neo-presidente dell'Anci Sicilia, l'associazione dei Comuni siciliani ha giudicato invece la manovra «un salasso insostenibile, che mette a rischio la qualità di vita dei cittadini. Queste scelte mettono una pietra tombale sull'attuazione del federalismo, in quanto le Regioni non potranno più sostenerlo». Durissimo il giudizio di Giuseppe Castiglione del Pdl e presidente dell'Upi, l’unione delle Province: «Gli effetti della manovra si abbatteranno sui servizi che le Province danno ai territori: viabilità, edilizia scolastica, difesa del suolo e servizi per l'impiego. Sono tagli assolutamente insostenibili - spiega -. In particolare, nel 2012 per le province si tratta di una riduzione di 700 milioni, che si va a sommare a quella già prevista dal decreto 78/10 pari a 500 milioni. Pensare di affrontare il federalismo fiscale con l'azzeramento del fondo sperimentale di riequilibrio significa azzoppare la riforma».

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