PALERMO. Se ci si recasse alle urne per il rinnovo del Parlamento nazionale, il Partito Democratico otterrebbe oggi in Sicilia il 18%, perdendo 250 mila voti e quasi otto punti percentuali rispetto alle ultime Politiche. E' quanto emerge dall'indagine sulle intenzioni di voto dei siciliani realizzata dall'Istituto di Ricerche Demopolis.
"Il Partito di Bersani - afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento - paga nell'Isola, più che nel resto del Paese, le prolungate divisioni interne, nei programmi, nella leadership,
nelle alleanze. Ma anche e soprattutto, in Sicilia, le troppe liturgie oligarchiche e le incertezze strategiche nella decisione di appoggiare dall'esterno il Governo regionale guidato da Raffaele Lombardo. Un sostegno senza peso effettivo e riconoscibile, almeno nella percezione degli elettori del Pd, sulle scelte reali della politica regionale".
Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis, il Pd passerebbe dal 25,5% dell'aprile 2008 all'attuale 18%. Su 100 elettori del Partito democratico nel 2008, soltanto 61 confermerebbero il voto in caso di elezioni anticipate, 2 sceglierebbero l'IdV, 5 Sinistra, Ecologia e Libertà, 2 si suddividerebbero tra FLI di Fini e FdS di Micciché; 16 voterebbero per l'MpA: un flusso elettorale costante e progressivo in uscita verso il movimento di Lombardo. E altri 14 elettori, delusi dal partito votato quasi tre anni addietro, faticano a guardare altrove e resterebbero probabilmente a casa, scegliendo l'astensione. Molti sono anche gli indecisi, i cittadini collocati nel Centro Sinistra che sembrano rimanere in attesa di nuove proposte per il futuro dell'Isola, di un segno che li possa indurre a tornare a votare con maggiore convinzione il Pd (che resta oggi ben lontano dal suo bacino potenziale, stimabile nell'Isola intorno al 30%).