PALERMO. Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio all'Assemblea regionale diciliana, ha presentato ricorso contro l'espulsione dall'Udc decisa lo scorso 5 maggio. Il deputato regionale è "accusato" di troppa vicinanza al governo presieduto da Raffaele Lombardo, che vede l'Udc e parte del Pdl all'opposizione. Il ricorso è stato depositato al tribunale di Roma: la prima udienza è fissata il 18 novembre 2010. Savona ha chiesto la convocazione in quella sede, fra gli altri, del segretario nazionale Lorenzo Cesa, del segretario regionale Saverio Romano e del capogruppo all'Ars Rudy Maira. Parallelamente ha avviato una causa per danni all'immagine, con la richiesta al partito di un risarcimento di 250 mila euro: "E' una cifra simbolica che destinerò alla chiesa cattolica siciliana", ha detto Savona nel corso in una conferenza stampa a Palermo. "Il mio assistito ha appreso la notizia dai giornali - ha detto l'avvocato Giuseppe Di Stefano, che cura il ricorso insieme con Gianluca Perone - Si tratta di un provvedimento abnorme e illegittimo, preso dal segretario nazionale dopo aver sentito il segretario regionale e il capogruppo all'Ars: in base allo statuto dell'Udc, invece, l'espulsione può essere decisa dal collegio dei probiviri". Savona è accusato di essere stato, nel corso del dibattito sulla finanziaria, "vicino alle posizioni di Lombardo. Ma prima di arrivare all'espulsione ci può essere il richiamo o la sospensione, e in ogni caso c'é diritto alla difesa". "Ho sempre agito nell'interesse dei siciliani - ha aggiunto Savona - e continuo a sentirmi un esponente dell'Udc. Sono amico di Lombardo da quando era il mio segretario regionale, ai tempi del Ccd: con lui ho sempre avuto un rapporto leale e forse l'equivoco che ha portato all'espulsione nasce da qui".