Martedì 07 Maggio 2024

Musotto: "Lombardo ha i numeri, vada avanti"

PALERMO. «Bisogna solo capire cosa farà il Pdl. Per il resto, il voto sulla Finanziaria ha chiarito che Lombardo ha una maggioranza che può andare avanti così»: per Francesco Musotto il risultato politico è il rafforzamento dell’asse Mpa-Pdl Sicilia-Pd aiutato dal rutelliano Mario Bonomo. Per il capogruppo dell’Mpa i numeri mettono al riparo Lombardo e solo il pressing che a Roma è in corso per convincere Miccichè a rientrare nel Pdl ufficiale potrebbe costringere il governatore a cambiare ancora maggioranza e governo aprendo definitivamente al Pd. Altrimenti, il dubbio potrebbe essere che ruolo dare a un Pdl di nuovo unito: «Se il Pdl si ricompatta - è il ragionamento di Musotto - bisognerà vedere che sintesi troverà fra il no di Castiglione al governo e il rapporto di collaborazione di Miccichè. Sarà in ogni caso Lombardo a valutare se ci sarà un adegaumento della composizione della giunta». Musotto si è comunque detto certo che «Miccichè e Lombardo andranno avanti insieme. E il veto posto dal sottosegretario a un eventuale ingresso in giunta del Pd è un problema suo». Anche perchè in casa Mpa si dà per scontato che anche in caso di retromarcia di Miccichè almeno 4 finiani e 5 ex forzisti del gruppo dei ribelli resterebbero vicini al governo: ciò, unito a un gruppo di deputati Udc che spesso ha mostrato disponibilità verso Lombardo, metterebbe al riparo da scossoni. Soprattutto considerando che l’area del Pd che fa capo a Genovese e Cardinale è sempre pronta a un passo avanti nel rapporto con Lombardo e conta su una decina di deputati. L’incontro fra Miccichè e Berlusconi non c’è stato neanche ieri. Intanto da Catania, dove Castiglione ha riunito lo stato maggiore del Pdl ufficiale, sono arrivati altri appelli al sottosegretario per far cadere Lombardo: «Bisogna ricompattare il Pdl - ha detto il coordinatore regionale - smettendo di sostenere un governo che ha l’apporto determinante del Pd». Domenica era stato Gasparri a protestare per l’asse Micciche-Lombardo-Pd. Ieri il capogruppo all’Ars, Innocenzo Leontini, ha chiesto un «intervento deciso a livello centrale che ponga fine a questa anomalia siciliana. Lombardo è ormai ostaggio del Pd». Ma, mentre Castiglione bocciava esplicitamente la Finanziaria, Miccichè era a Porto Empedocle proprio con Lombardo. E da lì promuoveva la manovra, prendendo ancora le distanze dal Pdl ufficiale: «È una legge diversa da quella degli ultimi anni, individua i problemi e cerca di risolverli». La linea che Miccichè e Dore Misuraca stanno provando a far passare a Roma resta quella di tenere il Pdl nel governo per non far spostare Lombardo a sinistra. Nell’attesa è proprio nel Pd che il dibattito si è riacceso. Lombardo ha parlato apertamente di «coalizione» che comprende Pd e rutelliani. Antonello Cracolici ha chiesto al governatore «di fare una proposta per il futuro» e ha ammesso la natura politica del voto espresso sulla manovra: «Ma lo abbiamo fatto in modo trasparente, facendo approvare una Finanziaria riformista». Il segretario Giuseppe Lupo ha annunciato una consultazione con la base, sul modello delle primarie, per deciedere se e quando entrare in giunta o come far evolvere il rapporto con Lombardo. Ma la premessa di Lupo è che «il Pdl ha tradito la Sicilia. Ha perso la bussola non votando norme che erano nel suo programma solo perchè non è più in giunta. Un suicidio». Capogruppo e segretario Pd hanno dovuto però fare i conti con le perplessità romane. Ignazio Marino ha chiesto al Pd siciliano «di fare una vera opposizione al governo, dimostratosi fallimentare e inadeguato. Il Pd locale ha tradito gli elettori, che lo avevano votato per fare opposizione e non accordi inopportuni». Sulla stessa scia il bersaniano Tonino Russo: «Sbaglia chi pensa che la conseguenza naturale del sì alla Finanziaria sia l’ingresso in giunta. Nel Dna del Pd c’è l’alternativa alla destra».

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