VERONA. Un’attesa durata più di 25 anni. Un’attesa lunga, che lo ha emozionato, tanto da farlo commuovere davanti al suo pubblico che non lo ha tradito e che gli ha regalato un’Arena di Verona, la sua prima, sold out. «Ho aspettato tanto, era il mio sogno fin da quando ho iniziato a fare questo mestiere. C'è chi arriva all’Arena dopo un disco o due, io ci sono arrivato a 45 anni, oltre 25 dei quali di carriera, ma ognuno ha il suo percorso e la sua traiettoria e sono felice così», racconta Nek nei camerini, subito dopo le due ore di show e i 28 brani in scaletta che hanno scatenato la platea tra vecchi e nuovi successi (da Se una regola c'è, Lascia che io sia ai recenti successi di Se Telefonando, Fatti Avanti Amore, Unici e Freud, passando per la nuova versione di Lauara non c'è), segnando la chiusura della prima parte dell’Unici Tour, prima della ripresa estiva. «La mia traiettoria è passata per Santo Domingo nel 1998, per l'Argentina dove nel 2000 ho cantato davanti a 100 mila persone e sono dovuto uscire in ambulanza per passare inosservato, per il Live 8 del Circo Massimo nel 2005 davanti a una folla di 500 mila persone. Ora l’Arena, e me la tengo stretta. Non è importante quando, ma che sia finalmente arrivata», aggiunge ancora cercando di smaltire le emozioni di una serata unica che potrebbe anche diventare un live (e sarebbe un’altra prima volta, fatto salvo un dvd di qualche anno fa). Ma «Nek in Arena» è anche l’occasione per festeggiare le nozze d’argento con la musica ("25 anni di te. Grazie», compongono in platea i fan con cartoncini bianchi e rosi"), i 20 anni dal successo di Laura non c'è, e per fare qualche bilancio. "Volete dire che sto invecchiando, eh? Da ora in poi ci sarà sempre un motivo per festeggiare. Scherzi a parte, in passato, ci sono stati momenti in cui ho pensato anche di essere un padreterno, e certo non lo ero. Ora sono più maturo, ho una maggiore consapevolezza di ciò che ha valore nella vita e ho pochi grilli per la testa. Oltre la famiglia e gli amici non rimane molto altro che abbia senso. Io ho bisogno di rimanere fuori dal caos per rigenerarmi. Sono convinto che a fare i coglioni ci si rimette soltanto». Ma c'è spazio anche per guardare al futuro. Nek farà tappa in Sicilia, il 22 a Palermo e il 23 a Taormina. «Vorrei provare ad essere un altro Nek. Il prossimo disco potrebbe discostarsi molto da Unici». Non gli dispiacerebbe lavorare anche per il cinema ("il mio regista preferito è Ferzan Ozpetek, ma se mi chiama Robert De Niro non gli dico mica di no") e non esclude anche una collaborazione live tutta da immaginare con qualche collega. Intanto l’ultimo anno (maggio 2016-maggio 2017) gli ha consegnato un nuovo primato: è l’artista più suonato dalle radio con oltre 100 mila passaggi (dati earOne). Per questo sarà premiato ai prossimi Wind Music Awards (in programma il 5 e 6 giugno sempre a Verona), dove riceverà anche il premio per il suo ultimo album Unici. Durante il concerto «nel quale esce di più la mia vena rock, rispetto a quella pop», c'è stato modo anche di divertirsi "perché è questo quello che conta», aveva ammonito Nek per tempo la platea. E non ha deluso le attese. In particolare con l'ospite d’onore J-Ax, con il quale ha condiviso il featuring del brano Freud e l’esperienza come coach l’anno scorso ad Amici. Prima Nek si è calato nei panni del rapper King, con tanto di mise da pugile, e poi è stato «chiesto in sposo» da Ax. Una bonaria presa in giro, con tanto di anello «rubato a Fede» e inginocchiamento, all’indirizzo della coppia d’oro Fedez-Chiara Ferragni, protagonisti qualche settimana fa, sullo stesso palco, della proposta di matrimonio più social degli ultimi tempi.