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La guerra dei Dazi, Macron: pausa fragile, dobbiamo proteggerci

epa11928519 French President Emmanuel Macron speaks during a ceremony marking the handover of the organization of the United Nations Conference on the Oceans (UNOC) between Portugal (Lisbon-UNOC) and France (Nice) at Belem Cultural Center, in Lisbon, Portugal, 27 February 2025. French President Emmanuel Macron is on a two-day visit to Portugal to sign a series of bilateral political, economic, and cultural agreements between Portugal and France, as well as to hold institutional meetings. EPA/ANTONIO PEDRO SANTOS

«La sospensione parziale dei dazi statunitensi per 90 giorni è un segnale e una porta aperta al negoziato. Ma questa pausa resta fragile», lo scrive il presidente francese Emmanuel Macron su X. «Con la Commissione e nell’unità europea, il nostro obiettivo resta semplice: negoziare per eliminare queste tariffe ingiuste e ottenere un accordo equilibrato, senza asimmetrie. Insieme alla Commissione Ue dobbiamo essere forti: l’Europa deve continuare a lavorare su tutte le contromisure necessarie e mobilitare tutte le leve disponibili per proteggersi, anche per evitare che i flussi
provenienti dai Paesi terzi perturbino il nostro mercato"

«Fragile, perché i dazi del 25% su acciaio, alluminio e automobili e quelli del 10% su tutti gli altri prodotti sono ancora in vigore. Rappresentano 52 miliardi di euro per l’Unione Europea!. Fragile, perché questa pausa di 90 giorni significa 90 giorni di incertezza per tutte le nostre attività, su entrambe le sponde dell’Atlantico e oltre», spiega Macron.

«La Francia è pronta. Anche l’Europa deve esserlo. Restiamo lucidi, uniti e difendiamo con fermezza i nostri interessi. Proprio ieri ero con imprenditori e industriali molto preoccupati. I dazi americani colpiscono le loro aziende dritto al cuore. Abbiamo ragione a lottare: qui sono in gioco i posti di lavoro e le vite dei nostri territori - conclude -. Insieme agli europei faremo tutto per proteggere le nostre imprese e i nostri settori, tutto per affermare la nostra sovranità economica, tutto per garantire il futuro dei nostri posti di lavoro».

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