
Si chiama Operazione Nautilus l'indagine congiunta delle autorità portoghesi e spagnole che ieri, al largo delle Azzorre, ha portato al sequestro di un piccolo sottomarino con a bordo 6,5 tonnellate di cocaina.
Le autorità non rivelano se l’imbarcazione appartenga al Primeiro Comando da Capital (Pcc), il gruppo criminale brasiliano fra i più violenti e potenti dell’America Latina, la cui presenza in Portogallo è venuta sempre più a galla in inchieste e arresti recenti, come quello del trafficante Gabriel Martinez Sousa, sospettato di gestire, fra l’altro, una rete di sommozzatori dediti alla raccolta di droga dagli scafi delle navi.
Si sa che il sottomarino proveniva dal Sudamerica e apparterrebbe a un cartello che ha i mezzi per costruire, in cantieri navali clandestini, imbarcazioni di questo tipo, dotate di tecnologia all’avanguardia. Non è ancora chiaro se la destinazione fosse il porto di Sines, nel Portogallo continentale, o se avesse l’obiettivo di redistribuire in piccole lance in alto mare il carico di cocaina, che avrebbe poi proseguito il suo viaggio in Europa.
I cinque membri dell’equipaggio, di nazionalità brasiliana, colombiana e spagnola, sono stati arrestati e saranno ascoltati oggi da un giudice.
1 Commento
Francesco
27/03/2025 15:49
Quella di usare piccoli sommergibili per effettuare contrabbando o traffici illeciti è una idea molto antica nel tempo. In Svizzera ad esempio sul Lago di Lugano alla fine dell'ultimo conflitto mondiale i contrabbandieri per eludere i controlli di confine utlizzarono un sottomarino tascabile funzionante a pedali con il quale contrabbandavano in Italia di tutto.