Il mostro di Avignone è stato condannato a 20 anni di carcere per aver commesso e orchestrato gli stupri di massa ai danni della moglie. Dominique Pelicot sedava la moglie Gisele con gli ansiolitici e poi permetteva che decine di uomini reclutati su Internet abusassero di lei. Il processo durato oltre tre mesi e che ha sconvolto la Francia e trasformato Gisele Pelicot in un’eroina femminista ha anche portato alla dichiarazione di colpevolezza di altri cinquanta uomini, la maggior parte dei quali ha negato le accuse. La corte ha dichiarato 47 di loro colpevoli di stupro, due colpevoli di tentato stupro e due colpevoli di abusi. Uno, latitante, è stato processato in contumacia e un altro, che non aveva violentato Gisele ma aveva ripetutamente abusato della moglie con l’aiuto di Dominique Pelicot, è stato condannato a 12 anni.
Alla lettura delle sentenze, Gisele ha guarda gli imputati - incluso il marito - mentre si alzavano e ascoltavano, ma senza una vera reazione da parte sua o dei suoi figli: solo qualche sussurro tra di loro. Ma quando è stata annunciata la condanna a 20 anni, la donna ha appoggiato la testa al muro, mentre Dominique Pelicot scoppiava in lacrime curvo sulla sedia.
Gisèle Pelicot: «Ho lottato per i miei figli e i miei nipoti»
«Questo processo è stato una prova molto dura. Penso ai miei tre figli, David, Caroline e Florian. Penso ai miei nipotini perché loro sono il futuro ed è per loro che ho condotto questa lotta». Lo ha detto Gisèle Pélicot, vittima nel caso cosiddetto degli stupri di Mazan, dopo le condanne a tutti gli imputati, compreso suo marito, al Palazzo di giustizia di Avignone.
«Voglio esprimere la mia più profonda gratitudine a tutte le persone che mi hanno sostenuta durante questa prova. Ringrazio l’associazione di aiuto alle vittime il cui sostegno senza sosta è stato inestimabile. Ringrazio i giornalisti per aver trattato questo processo in modo fedele e dignitoso», ha aggiunto la donna.
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