Chiuso in isolamento e sorvegliato a vista nel carcere statale di Huntington in Pennsylvania, Luigi Mangione contesta l’estradizione e il suo avvocato fa muro: il legale dell’ex studente modello accusato dell’assassinio del ceo Brian Thompson ha ribadito alla Abc di «non aver visto prove» che colleghino il suo cliente al delitto. La polizia ha replicato scaricando una valanga di nuovi elementi a partire dalle impronte digitali trovate sull’involucro di una barretta Kind e la bottiglietta d’acqua. Impronte sono state trovate anche sulle pallottole con le parole «Deny, Delay, Depose» scritte col pennarello indelebile: i termini spesso usati dalle assicurazioni per negare i rimborsi ai pazienti.
Sono trapelati intanto sui media i contenuti di un taccuino rilegato a spirale in cui il ragazzo aveva descritto i suoi piani: «Colpisci il ceo all’annuale convention parassitica dei contabili ossessionati dai numeri. È mirato, preciso e non mette a rischio innocenti», è un passaggio del brogliaccio citato dal New York Times. Il nuovo scritto si aggiunge al manifesto trovato addosso a Mangione. Luigi afferma di aver pensato inizialmente a una bomba, ma di aver cambiato idea non volendo uccidere innocenti. Il ragazzo, nonostante tutto, ha intenzione di dichiararsi non colpevole, ha detto l’avvocato Tom Dickey. Il legale ha lo studio ad Altoona, la città della Pennsylvania dove Mangione è stato arrestato in seguito alla segnalazione di un dipendente in un McDonald’s stroncato negli ultimi giorni da false recensioni negative di americani convinti che Luigi sia «un eroe» per aver ucciso un simbolo dell’avidità delle corporation. Dickey, ha detto che il suo ufficio sta ricevendo offerte di gente pronta a contribuire alle spese legali.
Polizia e media sono alla ricerca di un movente al di là del risentimento dimostrato negli scritti del killer contro l’establishment finanziario e le mutue private in particolare. In giugno Mangione ha compiuto 26 anni, l’età in cui i ragazzi americani non sono più coperti dall’assicurazione dei genitori: più o meno allora ha tagliato i ponti col mondo e con la famiglia. Possibile che sia stata la paura di futuri conti medici a far scattare la molla omicida alla luce dei devastanti dolori alla schiena di cui Luigi soffriva da tempo e per cui l’anno scorso si era fatto operare?
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