Un terremoto inaspettato ha scosso il sistema dell’apparato militare e della sicurezza russo, proprio mentre le forze di Mosca stanno guadagnando terreno sul campo di battaglia in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin ha deciso di sostituire alla guida del ministero della Difesa Serghei Shoigu, in carica da 12 anni, con un civile, Andrei Belousov. Shoigu passa a dirigere il Consiglio di Sicurezza nazionale prendendo il posto di Nikolai Patrushev, che viene rimosso senza per il momento che vi sia alcuna indicazione su un suo futuro ruolo. Mentre resta al suo posto il settantaquattrenne ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che guida la diplomazia russa da ben 20 anni. Il governo guidato dal primo ministro Mikhail Mishustin si era dimesso, come vuole la Costituzione, dopo il giuramento di Putin per il suo quinto mandato, il 7 maggio, in seguito alle elezioni presidenziali di metà marzo che lo avevano visto riconfermato alla guida del Cremlino con un voto plebiscitario di oltre l’87%. Soltanto due giorni fa il presidente aveva riconfermato nella carica di premier lo stesso Mishustin, con una decisione che era stata interpretata dalla maggior parte degli osservatori come un segnale di continuità in un momento estremamente delicato nella vita del Paese, alle prese con un conflitto che ormai dura da oltre due anni. Il governo di Mishustin ha «fatto molto» in «condizioni difficili», aveva detto Putin. Il quale, poco prima del giuramento, aveva incontrato il gabinetto affermando che l’esperienza di molti dei ministri uscenti sarebbe stata ancora necessaria nel prossimo esecutivo. Evidentemente, però, l’assicurazione non valeva per Shoigu. Anche se la sua posizione era sembrata vacillare recentemente con l’arresto di un suo vice, Timur Ivanov, a lui molto vicino, accusato di episodi di corruzione per un totale di oltre un miliardo di rubli (10 milioni di euro). In quella occasione fonti del Moscow Times dissero di vedere nell’arresto di Ivanov un segnale del «declino dello status del ministro Shoigu» e della «crescente influenza dei servizi di sicurezza». In pochi, tuttavia, si aspettavano una rimozione di Shoigu proprio nel momento in cui in Ucraina le truppe russe sono nella migliore situazione da almeno un anno e mezzo. E che al suo posto sarebbe stato nominato un civile con nessuna esperienza militare. Belousov, che ha 65 anni, ha svolto infatti finora gran parte della sua attività governativa nel settore economico e finanziario. Tra il 2012 e il 2013 è stato tra l’altro ministro dello Sviluppo economico, dal 2013 è stato consigliere del presidente per gli affari economici e dal gennaio del 2020 è stato primo vice premier. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato la scelta di Belousov con la necessità di «innovazione» all’interno del ministero della Difesa. Un dicastero che, ha aggiunto, «deve essere assolutamente aperto all’introduzione di idee avanzate e alla creazione di condizioni per la competitività economica». Quanto a Shoigu, ha aggiunto Peskov, l’ex ministro della Difesa continuerà ad occuparsi di temi che già conosce bene, perché oltre a ricoprire la carica di segretario del Consiglio di Sicurezza, sarà anche responsabile del Servizio federale per la cooperazione militare-tecnica e vice presidente della commissione per il complesso militare-industriale. Nessuna notizia invece per ora sul futuro di Patrushev. Peskov si è limitato a dire che l’ex segretario del Consiglio di Sicurezza sarà nominato in un’altra carica che sarà resa nota nei prossimi giorni. Vengono invece confermati nei loro incarichi il ministro dell’Interno, Vladimir Kolokoltsev, e i capi degli apparati di sicurezza: quello del servizio d’intelligence interna (Fsb) Alexander Bortnikov, quello dei servizi per l’estero Serghei Naryshkin, il comandante della Guardia nazionale Viktor Zolotov e il direttore del Servizio di sicurezza federale, Dmitry Kochnev.