«Io so solo che è una tragedia, una tragedia immane: non solo per noi ma penso per tutti nel mondo, perché chiunque potrebbe trovarsi in questa situazione». La terribile strage del Crocus City Hall ha sconvolto la Russia e il mondo intero. Mentre il numero delle vittime accertate continua drammaticamente a salire, i moscoviti continuano senza sosta a deporre fiori, peluche e ceri davanti al luogo di questo tremendo delitto. Rendono così omaggio alle tantissime vittime della sanguinosa aggressione di venerdì notte. C’è chi non riesce a trattenere le lacrime. Una transenna impedisce di raggiungere la sala concerti, e davanti a essa la gente lascia mazzi di rose e garofani, orsacchiotti colorati. Qualcuno ha legato tre palloncini bianchi alla grata di metallo: tre come i bambini uccisi dagli attentatori. Domani sarà anche una giornata di lutto nazionale. I piani alti dell’edificio sono vistosamente danneggiati, le finestre sono distrutte o mancano completamente. «Quando tutto è cominciato, ci trovavamo qui, dall’altra parte del fiume. C’era un dolore terribile, grida terribili. Non immagina cosa stava succedendo», dice una donna all’ANSA. «La gente correva su questo ponte, era un vero incubo ieri sera. Un incubo. Come se mi fossi trovata all’inferno. Non potevo non portare dei fiori». Nonostante l’Isis abbia rivendicato l’attentato, la signora pare puntare il dito contro l’Ucraina. E non è l’unica a Mosca. «Secondo me è tutto chiaro, non voglio neanche dirlo. Tutti capiscono da dove tira il vento, è chiaro soprattutto dalla reazione in Ucraina», afferma. Putin ha in qualche modo chiamato in causa l’Ucraina sostenendo che dall’altra parte della frontiera fosse stata creata «una finestra» per permettere ai quattro presunti attentatori di passare il confine. Ma Kiev nega ogni responsabilità e alcuni osservatori temono che il Cremlino possa poi tentare di accusare l’Ucraina per cercare di giustificare un’escalation nella guerra. «Penso che sia terribile», dice un uomo sulla cinquantina. «Da vent’anni non succedeva niente di simile. Ci saranno delle conseguenze. Chi sono i colpevoli? I nemici della Russia. Chi è nemico della Russia? Vada a leggere le notizie. Chi sta combattendo contro di noi in Ucraina? Là ci sono i nemici». Quando gli si fa notare che comunque l’Isis ha rivendicato l’attacco, l’uomo risponde di non vedere «alcun senso» in un attacco dell’Isis in Russia. «Loro non combattono contro di noi e noi non lottiamo contro di loro adesso. Siamo lontani l’uno dall’altro. Penso che l’Isis abbia altre priorità adesso», è il suo commento, che però cozza con le analisi di diversi esperti. Tante altre persone però non si sbilanciano sui possibili colpevoli della strage. «Gli inquirenti scopriranno i responsabili, io così non posso dire nulla, perché non ho informazioni», spiega un uomo di mezza età. «È una grande tragedia, ma non posso attribuirne a nessuno la colpa». A prevalere sono comunque sgomento e dolore. «È successo qualcosa di terribile, un orrore. Hanno fatto saltare in aria gente pacifica», afferma un’anziana. «La colpa - prosegue - è della mancanza di ordine. Come hanno potuto portare le armi dentro l’edificio? E l’esplosivo? È terribile. Sa come si portano le armi dentro un edificio pubblico? Sicuramente lo avevano fatto prima. E ora invece acchiapperanno qualcuno su cui scaricheranno tutte le colpe. Da noi fanno così».