Una nuova strage si è consumata a Gaza nel 145esimo giorno di guerra ma le versioni di Hamas e di Israele divergono. La fazione islamica ha denunciato l’uccisione nel nord della Striscia di 112 palestinesi - e il ferimento di altri 760 - contro cui l’esercito israeliano avrebbe sparato mentre si trovavano «in fila per ricevere gli aiuti umanitari».
Un’accusa che l’Idf ha respinto con forza parlando di due distinti episodi, avvenuti a centinaia di metri l’uno dall’altro, nel primo dei quali «la calca provocata dalla folla ha causato la maggior parte dei morti». Mentre ha ammesso che solo in un secondo momento, lontano da lì, i soldati hanno sparato «sentendosi minacciati da centinaia di civili palestinesi».
Fatto sta che Hamas ha avvisato che la vicenda rischia di far saltare i negoziati in corso in Qatar per arrivare ad una possibile tregua nel conflitto e allo scambio degli ostaggi. Un rischio evocato anche dal presidente Usa Joe Biden mentre il premier israeliano Benyamin Netanyahu si è limitato ad osservare che «ancora non si può dire se se si raggiungerà un accordo nei prossimi giorni», senza dire una parola nella conferenza stampa serale sui fatti di Gaza.
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà a porte chiuse per consultazioni urgenti sulla situazione a Gaza alle 16.15 locali, le 22.15 italiane. Lo comunica il Palazzo di Vetro, mentre si moltiplicano le reazioni internazionali. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha detto che gli Stati Uniti considerano gli spari a Gaza un «incidente grave».
«Piangiamo la perdita di innocenti vite umane e riconosciamo la difficile situazione umanitaria a Gaza, dove innocenti palestinesi cercano solo di nutrire le loro famiglie», ha detto il portavoce.
Successivamente, il presidente Joe Biden ha detto che il suo governo sta esaminando le varie versioni «contraddittorie» sulla sparatoria.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller ha detto da parte sua che gli Stati Uniti chiedono «risposte» a Israele su quanto accaduto a Gaza, sottolineando che stanno cercando di ottenere informazioni e monitorano l'indagine di Israele sull'incidente
La versione di Hamas parla di «un attacco israeliano contro persone in attesa di aiuti alimentari vicino alla al-Rashid Street, a sud di Gaza City».
Secondo il portavoce del ministero della Sanità di Hamas Ashraf al-Qudra, che ha fornito le cifre dei morti e dei feriti, il bilancio potrebbe tuttavia salire visto che «molti corpi devono ancora essere recuperati». «I negoziati condotti dalla leadership del movimento - ha sostenuto Hamas che ha addossato il possibile fallimento delle trattative a Israele - non sono un processo aperto a scapito del sangue del nostro popolo».
«Alle 4 di mattina - è stata invece la ricostruzione del portavoce militare israeliano - un convoglio di 30 camion di aiuti ha superato il check-point dell’esercito nel Wadi Gaza ed in seguito è stato circondato da migliaia di persone». Il convoglio era entrato dal valico di Kerem Shalom. «La folla - ha raccontato l’esponente israeliano - è finita fuori controllo e decine di persone sono rimaste ferite o uccise nella calca, mentre altre sono state travolte dai camion». Secondo la stessa fonte, dopo che il convoglio era transitato «decine di persone si sono radunate attorno alla postazione dell’esercito».
«Essendo zona di guerra - ha aggiunto il portavoce sottolineando che l’esercito continua ad indagare sull’evento - i militari hanno sparato colpi di avvertimento in aria e poi in direzione di chi rifiutava di allontanarsi». Gli incidenti, ha osservato, si sono verificati «malgrado gli sforzi intrapresi da Israele per facilitare la consegna di aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza con centinaia di camion».
L’esercito ha anche diffuso un video, dalle immagini impressionanti, che «mostra quante persone hanno circondato i camion» insistendo che «dozzine sono state uccise e ferite» nella calca o «travolte dai camion».
Intanto il bilancio totale dei morti a Gaza denunciato dal ministero della Sanità di Hamas - che non può essere verificato in modo indipendente - ha superato le 30mila vittime, con circa 70mila feriti. Di questi, secondo la stessa fonte, 12.500 sono minori e 8.000 donne. Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha riferito invece che «più di 25.000 donne e bambini palestinesi sono stati uccisi da ottobre». Israele sta continuando a martellare nel centro e nel sud della Striscia.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha osservato che «la rete dei tunnel che Hamas usa per scappare sta ora diventando per loro una trappola. Stiamo programmando attività nella parte centrale di Gaza e a Rafah basate sull’intelligence». Poi ha ribadito che «solo il ritorno degli ostaggi porterà ad una pausa temporanea nei combattimenti».
Resta alta la tensione anche in Cisgiordania, dove si è registrato un nuovo attentato palestinese vicino all’insediamento ebraico di Eli: due israeliani sono stati uccisi. L’attentatore, a sua volta ucciso, era un ufficiale di polizia dell’Autorità nazionale palestinese.
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