Mercoledì 18 Dicembre 2024

Attacco a Rafah, pronta l'offensiva di terra di Israele

L’esercito israeliano ha bombardato tra venerdì (9 febbraio) e sabato (10 febbraio) l’area di Rafah, sulla punta meridionale della Striscia di Gaza, dopo l’ordine che Benjamin Netanyahu ha intimato all’esercito di preparare un «piano di evacuazione» per le centinaia di migliaia di civili che si trovano lì prima di una possibile offensiva di terra. All’inizio di sabato, testimoni hanno riferito di attacchi nei pressi della città, abitata da circa 1,3 milioni di palestinesi, più della metà della popolazione della Striscia, la maggior parte dei quali si è rifugiata lì per sfuggire alle violenze più a nord. Durante la sera e la notte, il ministro della Sanità di Hamas ha contato 110 morti, di cui 25 negli attacchi a Rafah, e ha riferito di «intensi combattimenti» questa mattina nell’ospedale Nasser di Khan Younès. Ieri, invece, le forze israeliane hanno preso d’assalto l’altro ospedale principale della città, al-Amal.Dopo Gaza City e Khan Younès, Israele punta ora a un’operazione di terra in questa città al confine con l’Egitto, nell’estremo sud della Striscia di Gaza, come parte della sua offensiva militare contro il movimento islamista palestinese Hamas. Dopo aver ordinato mercoledì all’esercito di preparare un’offensiva su Rafah, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto venerdì di presentare un «piano combinato» per l’«evacuazione» dei civili da Rafah e la «distruzione» di Hamas nella città. «È impossibile raggiungere l’obiettivo della guerra senza eliminare Hamas e lasciare quattro battaglioni di Hamas a Rafah», e questo richiede «l’evacuazione dei civili dalle zone di combattimento», aveva affermato.Sempre venerdì a Rafah, secondo la testimonianza di alcuni fotografi dell’AFP, diversi edifici sono stati distrutti. In un quartiere sono state viste persone che trasportavano i corpi di tre bambini uccisi in un bombardamento.“Costringere più di un milione di palestinesi sfollati a Rafah a evacuare di nuovo senza trovare un posto sicuro dove andare sarebbe illegale e avrebbe conseguenze catastrofiche», ha dichiarato Nadia Hardman, specialista dei diritti dei migranti e dei rifugiati per Human Rights Watch, nella notte. «Non c’è nessun posto sicuro a Gaza. La comunità internazionale deve prendere provvedimenti per prevenire ulteriori atrocità», ha aggiunto, mentre le Nazioni Unite e persino gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, hanno espresso timori per i civili presenti. Il Dipartimento di Stato americano ha avvertito questa settimana che «condurre un’operazione del genere ora (a Rafah) senza pianificazione e considerazione in un’area che ospita un milione di persone sarebbe un disastro».

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