Lunedì 23 Dicembre 2024

Oltre 10 mila morti a Gaza, uccisi nei tunnel i leader di Hamas

«Gaza sta diventando un cimitero di bambini». Nel giorno in cui le autorità di Hamas annunciano oltre 10.000 morti nella Striscia, «tra cui 4.104 minori», le parole del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aprono un nuovo scontro con Israele. «Vergognati», gli ha replicato infatti a brutto muso il ministro degli Esteri dello Stato ebraico Eli Cohen. «Più di 30 minori, tra cui un neonato di 9 mesi, ma anche bimbi e ragazzini che hanno assistito alle uccisioni a sangue freddo dei loro genitori, sono trattenuti nella Striscia contro il loro volere. E’ Hamas il problema a Gaza - ha tuonato Cohen su X - non le azioni di Israele per eliminare quest’organizzazione terroristica». Nella Striscia tagliata in due dall’avanzata dall’esercito e dall’assedio di Gaza City, Israele sta intanto proseguendo nell’eliminazione dei capi di Hamas, individuando e distruggendo uno per uno i tunnel della fazione, accreditata da varie fonti di aver costruito una rete di oltre 500 chilometri in tutta l’enclave palestinese. Nei raid delle ultime 24 ore è stato ucciso Jamal Mussa, responsabile delle operazioni speciali di sicurezza di Hamas. «Nel 1993 - ha spiegato il portavoce militare - Mussa condusse un attacco contro soldati israeliani di pattuglia nella Striscia». Nei pesanti attacchi notturni sul nord (450 in tutto), l’esercito ha fatto sapere di aver causato danni significativi alle infrastrutture sotterranee e di superficie e di aver ucciso i comandanti che lì si nascondevano. Secondo l’esercito, queste eliminazioni stanno interrompendo le operazioni di Hamas. Mentre la fazione islamica ha respinto come «menzogne» le affermazioni israeliane sul fatto che i tunnel siano costruiti sotto gli ospedali di Gaza e usati come roccaforte per i suoi miliziani, invitando l’Onu a ispezionare le cliniche della Striscia per verificare la realtà dei fatti. L’esercito israeliano ha ribattuto di aver individuato e distrutto compound usati a Gaza per il lancio dei razzi, incluso uno dentro una moschea. Poi ha aggiunto di aver scoperto «oltre 50 razzi» in un’altra struttura «usata per attività giovanili». I combattimenti proseguono insomma con grande intensità ma anche oggi è stato aperto per 4 ore un corridoio umanitario lungo la strada Salah a-Din - che taglia tutta la Striscia - per consentire agli sfollati di lasciare la parte nord di Gaza e dirigersi nel sud. Un tentativo per alleviare la situazione ma destinata ad ingolfare ancora di più la zona meridionale dell’enclave. Anche su questo è intervenuto Guterres che, oltre ad invocare un cessate il fuoco immediato, ha esortato le due parti in guerra a rispettare «gli obblighi del diritto internazionale umanitario: ciò significa il rilascio incondizionato degli ostaggi a Gaza, lo stop all’uso dei civili come scudi umani e il rapido ingresso di aiuti umanitari» nella Striscia, dal cibo al carburante, sul quale pesa però il veto di Netanyahu. Dopo quattro giorni intanto Hamas ha sbloccato il valico di Rafah, consentendo di nuovo l’uscita agli stranieri e alle persone con doppio passaporto. Sei ambulanze che trasportavano feriti palestinesi - hanno annunciato fonti del Cairo - sono arrivate in Egitto e i pazienti sono stati sottoposti ad esami medici al confine prima di essere trasferiti negli ospedali. «Per quanto ci riguarda - ha invece annunciato il titolare della Farnesina Antonio Tajani - quasi tutti gli italiani, tranne chi voleva rimanere, tra cui un paio di operatori della Croce Rossa, sono usciti dalla Striscia». Se il fronte di Gaza resta quello principale, quello al nord tra Israele e il Libano - senza dimenticare la Cisgiordania in fiamme - peggiora sempre di più. Secondo lo Stato ebraico, sono stati sparati dagli Hezbollah circa 30 razzi, di cui 16 rivendicati da Hamas. In risposta - dopo aver fatto evacuare le zone a ridosso del Libano - l’esercito ha colpito il territorio libanese. Il timore che il conflitto degeneri allargandosi all’intero Medio Oriente resta forte. Non a caso gli Usa - oggi Biden è tornato a parlare con il premier Benyamin Netanyahu insistendo su «pause tattiche» nei combattimenti - hanno annunciato il dispiegamento nella regione di un sottomarino nucleare di classe Ohio. Partito Blinken infine, a Gerusalemme è arrivato il capo della Cia William Burns.

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