Hamas ha bloccato le uscite dal valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto per gli stranieri, le persone con doppia nazionalità e i feriti palestinesi: circa 700 persone, che dalla prime ore della mattina erano in attesa di uscire da Gaza, sono state fermate. E saranno bloccate - hanno fatto sapere i miliziani - finché Israele non garantirà che le ambulanze coi feriti potranno lasciare la Striscia. Una risposta all’attacco di venerdì al convoglio dei mezzi di soccorso davanti all’ospedale al Shifa che lo Stato ebraico, ma anche gli Usa, sostengono trasportino miliziani e armi. Un attacco, in ogni caso, che fa inorridire, è tornato a tuonare il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
E mentre i tank israeliani avanzano, raggiungendo il sud di Gaza City dove oggi si sono scontrati pesantemente con i miliziani palestinesi, proseguono anche i raid. E non si ferma il bilancio delle vittime civili, come denuncia l’Unrwa, l’agenzia Onu che ha confermato un attacco ad una scuola gestita dall’agenzia delle Nazioni Unite, dove si rifugiano gli sfollati e dove sarebbero morti anche dei bambini. Ma quella vicino al campo profughi di Jabalya non è stata l’unica: altre due scuole, tra cui l’unica cattolica della Striscia, sono state colpite dalle bombe. Con Hamas che denuncia «decine di morti» mentre suor Saleh, la preside dell’istituto religioso ha fatto sapere che nella sua struttura c’erano solo tre ragazzi di guardia. Colpito, secondo la denuncia del ministero della sanità di Gaza, che parla di almeno 2 morti, anche l’ingresso dell’ospedale pediatrico al-Nasser di Gaza City.
La scuola delle Suore del Rosario, secondo suor Saleh ha subito danni al grande cortile esterno e alle strutture circostanti: è nella zona di Tel al-Awa, la stessa dove sono avvenuti i combattimenti tra i tank israeliani ormai arrivati a sud della città e le Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas.
Chiuso al passaggio delle persone in attesa di lasciare la Striscia, il valico di Rafah ha comunque visto anche oggi entrare degli aiuti. Almeno 30 camion, secondo Haaretz: quattro con attrezzature mediche e medicinali e gli altri con cibo, acqua e altri materiali umanitari. Il carburante resta invece un tabù: Israele ha confermato che non ne consentirà l’ingresso nel timore che possa finire ad Hamas. David Satterfield, l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, si è augurato comunque che venga consentito l’ingresso del combustibile «appena esaurito quello già presente nella Striscia», anticipando «un meccanismo concordato»: sarà destinato solo al sud di Gaza, non al nord dell’enclave palestinese. E sempre in tema di aiuti fonti Ue hanno fatto sapere che ci sono spiragli per l’apertura del corridoio marittimo, al centro dell’ultimo vertice europeo della scorsa settimana: «La proposta potrebbe essere approvata da Israele a condizione che ci sia un loro controllo dei container a Cipro», porto che farebbe da hub dell’operazione.
Sul campo, dove oggi il capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi per la prima volta ha tenuto una riunione operativa all’interno della Striscia, Israele ha poi denunciato che Hamas ha sparato con mortai e missili anticarro sulla strada Salah al-Din che l’esercito israeliano aveva lasciato libera per consentire - tra le 13 e le 16 - lo spostamento della popolazione dal nord (dove secondo l’inviato Usa ci sarebbero ancora 400mila persone) al sud di Gaza. «Questo - ha aggiunto il portavoce militare - dimostra ancora una volta che Hamas sfrutta la popolazione e le impedisce di agire per la propria sicurezza». Il ministro della difesa Yoav Gallant ha rincarato la dose minacciando che Israele «arriverà ai vertici di Hamas ed eliminerà Yihia Sinwar», il capo della fazione a Gaza. E ha invitato i palestinesi a collaborare: «Se voi arriverete a lui prima di noi, la guerra si accorcerà».
Prosegue intanto anche la caccia ai leader di Hamas, con l’aviazione israeliana che ha annunciato di aver colpito con un missile l’abitazione di Ismail Haniyeh, il capo dell’ufficio politico di Hamas, che tuttavia vive a Doha in Qatar con la famiglia.
Tornando alla vicenda dell’attacco alle ambulanze, Israele ha ribadito che c’erano miliziani che Hamas voleva far uscire da Gaza. Una versione che ha trovato conferma da fonti Usa secondo le quali «Hamas ha cercato di far uscire con le ambulanze i suoi combattenti da Gaza via Rafah, rallentando così gli sforzi per evacuare gli stranieri». Funzionari americani ed egiziani - secondo le stesse fonti - hanno spiegato che nella lista fornita dalle autorità palestinesi di feriti gravi che dovevano uscire “un terzo dei nomi erano di combattenti, nessuno dei quali figurava tra i 76 palestinesi feriti e alla fine evacuati».
Se il fronte di Gaza resta quello principale cresce la tensione anche al nord dove continuano gli scontri al confine con gli Hezbollah mentre al sud dello Stato ebraico è stato intercettato un nuovo razzo a lungo raggio diretto verso Eilat mentre, per la prima volta, le sirene hanno risuonato negli insediamenti di Arava, nel deserto del Negev: «Il sistema di difesa aerea Arrow ha intercettato il lancio dalla Striscia», ha reso noto l’esercito.
A quasi un mese dall’inizio della guerra, il bilancio delle vittime a Gaza sale ancora, sfiorando ormai i 10 mila morti: 9.488 le vittime finora secondo Hamas che parla di 3.900 minori e 2.509 donne.
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