Israele non si ferma a Gaza e avanza per prendere il controllo di parti sempre più estese della Striscia, guadagnando terreno nei rioni esterni di Gaza City per poi arrivare al centro della città. L’azione delle forze di terra della «Brigata Givati» e dei tank, sostenuta da attacchi aerei sempre più incessanti, ha colpito anche vicino all’ospedale di Shifa, il più grande della Striscia. Centrando, secondo quanto denunciato da Hamas, «un convoglio di ambulanze diretto verso il valico di Rafah, causando almeno 13 morti e molti feriti». Un’operazione confermata dal portavoce militare israeliano che però ha precisato che la colonna di mezzi di soccorso trasportava miliziani e armi. E che è stato colpito un solo veicolo: «L’ambulanza identificata è stata usata da una cellula terroristica di Hamas in prossimità della loro posizione nella zona di battaglia». Nell’attacco «sono stati uccisi diversi» miliziani operativi, ha aggiunto sottolineando che «il metodo di Hamas è di usare le ambulanze» per i suoi trasferimenti.
Nelle operazioni condotte oggi dalle forze israeliane, un altro raid - sempre secondo le autorità di Hamas - ha poi colpito sulla strada costiera Al-Rashid, che collega il nord al sud della Striscia, gli sfollati palestinesi che si stavano spostando dal nord al sud. Il bilancio dei morti - ha fatto sapere il portavoce del ministero della sanità della fazione palestinese - è di almeno 14 persone, tra cui donne e bambini: «Un nuovo massacro delle forze di occupazione».
Israele, che da tempo sostiene che sotto l’ospedale di Shifa si nasconde il comando di Hamas che ha stipato lì 500 mila litri di carburante, ha ribadito che quella «è una zona di guerra» e che i civili nell’area «sono stati più volti sollecitati ad evacuare a sud per la loro salvezza».
Continuano intanto gli attacchi martellanti alle postazioni di Hamas e delle altre fazioni: le unità specializzate dell’esercito sono impegnate soprattutto nella ricerca e nella neutralizzazione dei tunnel. A Beit Hanuon nel nord est della Striscia forze combinate ne hanno scoperto uno ad appena sei chilometri, dall’altra parte del confine, dalla cittadina israeliana di Sderot. I soldati della unità «Yahalom» insieme a corpi corazzati, hanno individuato l’imbocco dei tunnel e li hanno riempiti di esplosivo facendoli saltare. E prosegue, parallelamente, la caccia ai capi di Hamas: in un attacco - ha annunciato il portavoce militare - è stato ucciso Mustafa Dalul, comandante del Battaglione «Sabra Tel al-Hawa», che fin dall’inizio della guerra ha avuto «un ruolo centrale nell’organizzazione del combattimento con le truppe nella Striscia». Dalul, secondo la stessa fonte, «in questi anni ha ricoperto una serie di incarichi nei battaglioni di Hamas e nella brigata di Gaza City».
Dall’avvio delle ostilità tra gli alti dirigenti di Hamas e delle altre fazioni eliminati, almeno 10 erano tra quelli che hanno diretto e progettato l’attacco omicida del 7 ottobre ai kibbutz lungo la Striscia. Inoltre nel recente attacco a Jabalya, l’esercito ha annunciato di avere trovato nella roccaforte di Hamas, nascosta negli edifici civili, «piani di battaglia, mappe, mezzi di comunicazione e ordini del comando per le milizie.
Nei duri combattimenti con Hamas all’interno di Gaza, sale intanto il numero dei soldati israeliani morti: almeno 23 dall’inizio delle operazioni di terra. Nella situazione umanitaria oramai al collasso nella Striscia, per il terzo giorno consecutivo sono usciti dal valico di Rafah circa 250 stranieri, tra i quali anche altri 7 italiani, mentre altri 10 camion di aiuti sono entrati nella Striscia. Ma non il carburante: l’ufficio del premier Netanyahu ha ribadito, anche nell’incontro con il segretario di stato americano Antony Blinken, che Israele non consentirà l’ingresso di combustibile, nel timore che se ne impossessi Hamas.
Al 29mo giorno di guerra nessuna novità invece per gli ostaggi, alla cui localizzazione sono impegnati da circa una settimana anche droni americani. Continua intanto a salire il bilancio dei morti a Gaza: secondo Hamas, che non distingue tra civili e miliziani, è arrivato a 9.227, di cui 3.826 minori e 2.405 donne, mentre sono oltre 32 mila i feriti.
Nella foto le mappe trovate nella base militare all'interno del campo profughi di Jabalya
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