Inizia la battaglia di Gaza City. La principale città dell’enclave palestinese è completamente accerchiata e le truppe israeliane sono già dentro alcune aree dell’abitato.
«Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza City, che è completamente circondata», ha sintetizzato il capo di stato maggiore Herzi Halevi, mentre Benyamin Netanyahu ha parlato di un’operazione «ormai al culmine». «Abbiamo anche perdite dolorose - ha ammesso il premier israeliano riferendosi agli almeno 19 soldati uccisi in combattimento dall’inizio dell’operazione di terra - ma come mi ha detto uno dei combattenti ‘niente ci fermerà’. Faccio appello alle persone non coinvolte ad uscire e andare a sud, perché noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas».
Netanyahu ha però smentito quanto affermato da Halevi sul fatto che Israele sia pronto a rifornire di carburante gli ospedali di Gaza una volta che l’abbiano finito, aprendo così un altro fronte di attrito con l’esercito. Secondo stime Usa comunque, Hamas tratterrebbe circa il 40% dei 500.000 litri di benzina che sono a Gaza per alimentare il funzionamento dei tunnel e delle sue infrastrutture.
La strategia sul campo, è stato confermato intanto dai militari, è quella di attacchi combinati: non solo soldati e tank per l’avanzata sul terreno, ma anche raid incessanti dell’aviazione e delle forze navali dal mare che così spianano la strada alle operazioni di terra. A dare la dimensione dello scontro in corso sono le cifre fornite dall’esercito, secondo cui solo nelle ultime ore «sono stati uccisi 130 terroristi». “Aerei da combattimento ed elicotteri - ha proseguito il portavoce - hanno attaccato diversi quartier generali militari utilizzati da alti funzionari di Hamas e hanno distrutto con successo una serie di infrastrutture terroristiche situate in aree civili e basi militari».
A restare nel mezzo dei «feroci combattimenti» tra le truppe di terra e i miliziani di Hamas è la popolazione di quella parte della Striscia dove la situazione umanitaria è al tracollo. «Il tempo sta scadendo per prevenire un genocidio a Gaza», hanno segnalato da Ginevra esperti delle Nazioni Unite secondo cui il popolo palestinese «corre un serio rischio di genocidio». L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha affermato che quattro scuole Unrwa che ospitavano sfollati sono state danneggiate durante gli attacchi di oggi e che almeno 20 persone sono rimaste uccise.
Dal valico di Rafah, tra Gaza e l’Egitto, per il secondo giorno consecutivo sono riusciti ad uscire centinaia di stranieri, quelli con doppia nazionalità e anche feriti. Tra i primi anche una bambina italiana di 6 anni assieme alla mamma palestinese, dopo i quattro connazionali evacuati mercoledì. Un piccolo spiraglio nel collasso umanitario che sarà in cima ai dossier che affronterà il segretario di Stato Usa Antony Blinken in arrivo domani in Israele, dove vedrà il premier Netanyahu. Il pressing Usa è finalizzato alla concessione da parte di Israele di brevi «pause umanitarie» per il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti. «Questo è qualcosa su cui gli Stati Uniti sono impegnati», ha sottolineato lo stesso Blinken. Diverso il discorso invece su un possibile cessate il fuoco, tema sul quale Washington e Israele invece convergono: per ora non se ne parla visto che si ritiene favorirebbe Hamas.
Ma se il fronte sud è quello principale, quello nord con gli Hezbollah - il cui capo Hassan Nasrallah parlerà domani in tv - si infiamma sempre di più. Israele ha denunciato che una milizia iraniana sta aiutando i miliziani sciiti a combattere Israele dal sud del Libano. Sarebbe, secondo il portavoce militare israeliano, della ‘Imam Hussein’, già in azione in Siria negli ultimi anni. Non solo, il gruppo Wagner, secondo l’intelligence Usa, potrebbe fornire un sistema di difesa aerea a Hezbollah, il SA-22, che garantirebbe ai miliziani una protezione molto più alta rispetto a quella attuale. Lo stesso Partito di Dio ha annunciato di aver aperto il fuoco contro Israele da 19 punti lungo tutta la linea del fronte, attivando anche i combattenti delle Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas.
Sulla sorte degli ostaggi trattenuti a Gaza (un nuovo bilancio parla di 242 persone) non ci sono novità. Nonostante i forti attacchi aerei sulla Striscia, su Israele anche oggi sono piovuti nuovi razzi che hanno martellato il sud e il centro del Paese. A Gaza - secondo il ministero della Sanità di Hamas che non distingue tra civili e miliziani - i morti sono arrivati a 9.061: di questi 3.760 sono minori mentre i feriti sarebbero circa 32.000.
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