Lunedì 13 Maggio 2024

La guerra in Medio Oriente, le truppe israeliane alle porte di Gaza City

«Siamo alle porte di Gaza City». Lo ha detto il generale Itzik Cohen, comandante della 162/a divisione dell’esercito israeliano, aggiungendo che le forze armate sono ora nel profondo della Striscia. «Hamas - ha proseguito citato dai media - ha scelto questa guerra, noi non abbiamo scelto questo conflitto». Cinque giorni fa, ha spiegato, la divisione ha ricevuto una «missione importante: andate e finite in maniera definitiva Hamas». Le truppe israeliane stringono la morsa su Gaza City (nella foto). Un diluvio di fuoco si è abbattuto sui campi profughi della Striscia - considerati nidi del terrore dall’esercito ebraico per la presenza di strutture sotterranee di Hamas - causando decine di morti. La strage più grave si è consumata ieri nel campo di Jabaliya, quattro chilometri a nord di Gaza City, dove un pesante bombardamento israeliano, secondo il ministero della Sanità locale, ha provocato almeno 50 vittime (in un primo tempo si era parlato di centinaia) e oltre 150 feriti, mentre molti altri sono ancora sotto le macerie. Le immagini di distruzione trasmesse dalle tv sono spaventose e mostrano un cratere profondo provocato, secondo Hamas, da sei bombe di fabbricazione Usa che hanno raso al suolo vari edifici. L’esercito israeliano ha confermato l’attacco e sostenuto di aver colpito la sede del comando locale di Hamas, uccidendo il capo del «Battaglione Jabaliya» Ibrahim Biari, uno dei responsabili dell’attacco ai kibbutz del 7 ottobre. I militari hanno riferito che i miliziani si erano insediati negli edifici civili del campo profughi e che nel raid è stata distrutta «l’infrastruttura terroristica sotterranea», ovvero i tunnel che correvano sotto i palazzi: «Un gran numero di terroristi che erano insieme a Biari sono stati uccisi», ha annunciato l’esercito.

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