Guerra in Medio Oriente: l'attacco di Hamas provoca 600 morti, la risposta di Israele fa 313 vittime a Gaza
In seguito agli attacchi a sorpresa di Hamas, il bilancio delle vittime in Israele è salito ad almeno 600: lo ha dichiarato un funzionario israeliano alla Cnn. Secondo i media israeliani, i feriti sono 2.048, di cui 20 in condizioni critiche e 330 gravi persone sono rimaste ferite. I combattimenti sono proseguiti per tutto il giorno e una nuova serie di attacchi missilistici ha colpito Tel Aviv e altre aree nella serata di sabato. Nella Striscia di Gaza sono almeno 313 le persone uccise, tra cui 20 bambini e 1.900 quelle ferite negli attacchi aerei di rappresaglia israeliani in risposta all'attacco missilistico di Hamas. A 24 ore dall’inizio dell’offensiva di Hamas su Israele, l’Israel Defense Forces (IDF), meglio noto come Tzahal, è stato costretto a distogliere parte delle proprie forze dal fronte della Striscia di Gaza inviandole verso sud. Come infatti si temeva ieri, le forze di Hamas presenti in Libano e il suo alleato, lo sciita Hezbollah, hanno deciso di partecipare, seppure ancora in modo limitato, al conflitto in corso. Si teme quindi un allargamento degli scontri con Israele che è ormai impegnato in quella che si può considerare una vera e propria guerra. Sul fronte nord invece proseguono i raid aerei sulla Striscia di Gaza. Nei raid della notte è stata distrutta la casa di Ghazi Hamed, uno dei capi di Hamas a Rafah. Nonostante siano passate passate più di 24 ore dall’attacco subito da Israele, proseguono gli scontri nella zona intorno alla Striscia palestinese e le forze israeliane non hanno ancora ripreso il pieno controllo dell’area e in particolare delle città di Sderot, Zikim e Sufa.
Israele vota lo stato di guerra
l gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha votato la messa in stato di guerra del Paese e che si possono intraprendere «attività militari significative». Lo ha fatto sapere l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu. Il passaggio del Gabinetto di sicurezza è necessario in base alle leggi israeliane secondo cui non si può andare in guerra senza una decisione del governo.