Giovedì 21 Novembre 2024

La strage in discoteca, l’audio shock di una delle vittime: «Sto morendo mamma, ti amo»

 
 
 
 
 
 
 

Tredici morti, tre dispersi e molti feriti, di cui 4 ricoverati. È il bilancio ancora provvisorio del terribile incendio scoppiato all’alba di domenica (1 ottobre), verso le sei, che ha provocato una strage in due discoteche alla periferia di Murcia, un centro di 400 mila abitanti del sud della Spagna. I vigili del fuoco che si sono precipitati sul posto sono riusciti ad estinguere le fiamme dopo due ore di lavoro, verso le otto del mattino; quindi sono iniziate le operazioni di soccorso, rese ancora più complicate da serissimi rischi di crollo, visto che tutti gli edifici coinvolti hanno subito gravi danni strutturali. La causa del disastro non è stata ancora accertata ma tutto lascia pensare a un cortocircuito: già nel 2009 uno dei due locali travolti dalle fiamme, il Teatre, venne evacuato dopo che alcuni cavi elettrici della facciata avevano preso fuoco. Dalle prime ricostruzioni non ufficiali pare che le fiamme siano partite ancora una volta da questa discoteca per poi avvolgere il locale accanto, la Fonda Milagros, dove sono stati trovati la maggioranza dei corpi senza vita. Ovviamente è ancora troppo presto per stabilire eventuali responsabilità penali e sapere se le discoteche fossero o meno in regola rispetto alla legge spagnola molto severa sulle normative anti incendi. Pare che nel primo locale tutti siano riusciti a uscire e salvarsi in tempo. Invece nella Fonda Milagros il fuoco è arrivato all’improvviso. Le fiamme avrebbero raggiunto rapidamente il tetto che è crollato sul primo piano del locale, dove i clienti presenti non hanno avuto scampo. Proprio in quella zona si erano riuniti gli amici e i parenti di Eric per la festa del suo trentesimo compleanno: una famiglia nicaraguense immigrata in Spagna 15 anni fa. Le operazioni di riconoscimento dei cadaveri - tutti estratti dalle macerie - sta andando molto a rilento, per cui ancora non è chiara la loro identità. Tuttavia l’ansia dei parenti di chi manca all’appello cresce di minuto in minuto. Le autorità li hanno raccolti per tutto il giorno in un palasport poco lontano, assistiti da psicologi. Il padre di una ragazza che risulta ancora scomparsa ha fatto ascoltare ai media il drammatico vocale inviato dalla figlia, alle 6, nel momento dello scoppio dell’incendio. «Ti amo mamma, sto morendo», dice la ragazza mentre in sottofondo si sentono urla e gente che chiede di accendere la luce. Come testimoniato da diversi sopravvissuti, la corrente era infatti andata via mentre si avvicinavano le fiamme. Il video del padre, in lacrime, è stato ripreso da tutti i media spagnoli. La tragedia ha sconvolto tutto il Paese. Il premier Pedro Sanchez sui social ha espresso il suo cordoglio alle vittime e alle loro famiglie, mentre la città e la Regione di Murcia hanno dichiarato tre giorni di lutto. Non è la prima volta che la Spagna vive stragi simili: il più grave incendio in una discoteca spagnola risale al 17 dicembre 1983, quando le fiamme devastarono i locali dell’Alcalà 20, un locale di gran moda nel centro di Madrid. Quel disastro provocò una bufera politica visto che le indagini dimostrarono che a rendere ancora più tragica la catastrofe fu un guasto all’impianto di illuminazione e una porta di sicurezza chiusa. Dopo quell’incendio la Spagna approvò un pacchetto di norme molto severe per aumentare la sicurezza nei locali. Ma nel 1990 le fiamme nella discoteca Flying di Saragozza uccisero ancora 43 persone.

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