Sabato 23 Novembre 2024

Condannò l'invasione russa in Ucraina, per Kara Murza 25 anni di carcere in Siberia

Kara Murza

Siberia, la più classica delle destinazioni per annientare dissidenti e oppositori. Ed è lì, a 2.700 chilometri da Mosca, nel carcere di massima sicurezza IK-6 di Omsk, che è stato trasferito Vladimir Kara-Murza. Venticinque anni di prigione per «tradimento» e per aver denunciato la guerra di Mosca all’Ucraina che l’oppositore dalla doppia nazionalità russa e britannica, affetto da una polineuropatia dovuta a due tentativi di avvelenamento, dovrà scontare in una colonia penale dove le condizioni di detenzione sfuggono a ogni seppur vago riferimento alla tutela dei diritti umani elementari. Il viaggio verso gli estremi confini della Russia, ha ironizzato amaramente l’avvocato di Kara-Murza, Vadim Prokhorov, “nel XXIesimo secolo è durato non meno di tre settimane» durante le quali l’oppositore è stato mantenuto per più giorni in una cella d’isolamento nella città di Samara, nel centro della Federazione. Una pratica peraltro abituale nei trasferimenti di prigionieri che devono scontare pene pesanti come quella di Kara-Murza, arrivata in aprile al termine di un processo a porte chiuse che lo ha ritenuto colpevole della diffusione di «false informazioni» sull’esercito russo e di aver tenuto rapporti con una «organizzazione illegale». Quella di Kara-Murza è la condanna più pesante inflitta negli ultimi anni a un oppositore, peggiore di quella di 19 anni comminata ad Aleksei Navalny. Indice di un’ulteriore stretta autoritaria di Vladimir Putin che ha praticamente azzerato tutte le voci di dissenso. Ma la manovra a tenaglia sulla società russa guarda preventivamente anche al futuro. E l’indottrinamento guerrafondaio parte dall’asilo. Nelle scuole della Federazione, dal Pacifico al mar Nero, - racconta la Cnn - i piccoli, vestiti con le loro uniformi, fanno le loro prime prove di marcia mentre ai più grandi viene insegnato come scavare trincee, lanciare granate e sparare con munizioni vere. Non iniziative spot, ma una modifica strutturale nelle scuole dove, dopo la firma in agosto da parte di Putin di una legge ad hoc, è stato introdotto un nuovo corso obbligatorio: ‘Fondamenti di sicurezza e difesa della madrepatrià. A seguire, il ministero dell’Istruzione ha promosso cicli di lezioni che includono escursioni presso unità militari, «giochi sportivi militari, incontri con militari e veterani» e lezioni sui droni. Intanto, dopo la batosta di Sebastopoli con l’affondo ucraino che ha quasi decapitato i vertici della flotta russa del mar Nero, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito la linea di Mosca di opposizione a una tregua ma di generica disponibilità a una trattativa. «Sì, siamo pronti per i negoziati, ma non prenderemo in considerazione alcuna proposta per un cessate il fuoco, perché ci avevamo pensato una volta, ma ci avete ingannato», ha detto - citando Putin - in conferenza stampa al termine del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu.

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