Le partenze dalla Libia orientale sono aumentate del 600% quest’anno. La commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, intervenendo in Plenaria al Parlamento europeo nel dibattito sulle attività Sar, non ha dubbi: «La situazione è molto complicata». Esattamente come aveva fatto nelle scorse settimane, quando era stata con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nell’hotspot di Lampedusa, Johansson è tornata a lanciare un appello «affinché si arrivi a conclusione» sul nuovo patto sui migranti. In aula è in discussione la mozione per una missione di ricerca e soccorso europea, che per Johansson va comunque accompagnata dalla lotta ai trafficanti. «La guardia costiera libica deve portare avanti le proprie mansioni nel pieno rispetto del diritto internazionale. Ogni azione di violenza è inaccettabile», ha proseguito in un riferimento indiretto all’episodio che ha recentemente visto agenti della guardia costiera libica sparare in aria durante un’operazione di salvataggio della Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee. Nave che, nel porto di Civitavecchia, dopo ave sbarcato le persone soccorse nei giorni scorsi, è stata sottoposta a fermo amministrativo dalla Guardia costiera. Il primo obiettivo, ha sottolineato la commissaria, «deve essere salvare vite» e «l’Ue fa quanto è in suo potere per aiutare i Paesi membri nelle attività Sar: nel patto abbiamo proposto misure di solidarietà proprio nella ricerca e nel soccorso». Il «fronte» libico, riapertosi verso le isole Pelagie all’inizio dello scorso maggio, al momento non preoccupa, non più di tanto Lampedusa. In media, sono soltanto un paio le imbarcazioni, lance libiche in legno, che quotidianamente giungono sull’isola delle Pelagie. Sono decine e decine invece quelle, piccolissime e in metallo mal saldato, che salpano dalla Tunisia. La maggior parte dei migranti, che ha usato la Libia quale punto di partenza, ha riferito d’essere salpata da Zawia e Zuwara. Oggi a Lampedusa ci sono stati 10 sbarchi, con un totale di 407 migranti. Soltanto una carretta, con a bordo 31 bengalesi, siriani ed egiziani, che sarebbe partita da Zuwara. Fra le acque tunisine e l’area Sar maltese, durante la notte, secondo quanto raccontato da alcuni dei 44 migranti soccorsi da un motopesca tunisino Hassil Salah, ci sarebbe stato un naufragio. A dire dei presunti superstiti, vi sarebbero 5 dispersi. I 44 sono stati tutti trasbordati dal peschereccio tunisino alla nave militare Dattilo. E da questa poi è stata fatta, con la motovedetta Cp305 della Guardia costiera, un’evacuazione medica per 14 migranti. Con la motovedetta Cp327 è stata fatta invece un’altra evacuazione medica, sempre dalla Dattilo, di un uomo della Sierra Leone che aveva problemi respiratori. Né i militari delle motovedette della Capitaneria, né i soccorritori della Dattilo hanno però trovato alcun riscontro: né pezzi del relitto o taniche galleggianti, né vestiario. I migranti, per cercare di fare chiarezza, verranno ascoltati dai poliziotti della Squadra mobile.