Domenica 17 Novembre 2024

La guerra in Ucraina al suo 500° giorno, Zelensky sull'Isola dei Serpenti: «Simbolo di resistenza»

Nel giorno numero 500 della guerra in Ucraina, Zelensky visita l’Isola dei Serpenti, mentre civili muoiono ancora sotto i raid notturni dei russi. È accaduto a Lyman, nel Donetsk, dove almeno otto persone hanno perso la vita quando una pioggia di razzi partiti da lanciatori multipli ha centrato un palazzo residenziale. L’isoletta dei Serpenti, di poche centinaia di metri quadrati, avamposto ucraino nel Mar Nero, è allo stesso tempo rivestita di una carica simbolica, perché fu occupata dai militari russi nel primo giorno dell’invasione e poi liberata dopo quattro mesi di cannoneggiamento, e di valore strategico, perché è una base per tenere sotto tiro e di bloccare i porti ucraini. «Oggi siamo a Zmiyny, sulla nostra Zmiyny (il nome ucraino dell’isola), che non sarà mai conquistato dall’occupante, come tutta l’Ucraina. Perché siamo un Paese di coraggiosi», sottolinea Zelensky, con indosso giubbotto antiproiettile e felpa nera, in un video girato mentre il sole sorge alle sue spalle e soffia un vento impetuoso. Nelle immagini diffuse, il presidente ucraino arriva all’isoletta a bordo di un gommone nero delle forze speciali con alcuni soldati. Una visita compiuta all’indomani dell’importante missione a Istanbul, in cui Zelensky ha promesso che l’Ucraina libererà ogni lembo della sua terra, inclusa quindi la Crimea. Ed ha incassato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan l’affermazione che Kiev «merita di entrare nella Nato». Un’apertura preziosa a tre giorni dal summit di Vilnius. La sortita di Zelensky sull’isola dei Serpenti onora un simbolo, come lo sono in questo immaginario bellico ucraino anche le due città martiri di Mariupol e Bakhmut, cadute in mano nemica dopo una lunga resistenza. E proprio di ritorno da Istanbul, Zelensky ha anche abbracciato e riportato a casa sul suo volo di stato alcuni ufficiali che si arresero ai russi dopo mesi di combattimento nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, consegnati da Mosca ad Ankara in un nuovo scambio di prigionieri. Anche Bakhmut è tornata in cima alle cronache della controffensiva ucraina: sebbene il suo valore sia più simbolico che strategico, le forze speciali ucraine hanno continuato ad avanzare nella manovra a tenaglia da nord a sud sulla città in ruderi, tenuta da decine di migliaia di russi. Demoralizzati, secondo Kiev, dopo la partenza dei mercenari di Wagner. Proprio il fondatore della milizia privata, Evgheny Prigozhin, di cui per giorni si sono perse le tracce, si è rifatto vivo, sui social. Malgrado il «perdono» accordatogli da Vladimir Putin per la sua sfida armata, l’oligarca e signore della guerra russo si sente braccato e isolato e ha visto la micidiale rete di troll-media messa in piedi per la guerra mediatica ritorcersi contro di lui. «Leggere i giornali, sentire le storie in tv, mi fa stare molto male», dice Prigozhin. «I bastardi della tv, che ieri ammiravano i ragazzi della Wagner, ora stanno versando ogni tipo di veleno... Ricordate, bastardi della tv, che non sono stati i vostri figli a combattere nelle nostre file, non sono stati i vostri figli a morire. Ma voi bastardi state facendo audience con storie come questa», la sua sfuriata riferita da Novaya Gazeta, che ricorda quelle col volto indemoniato con cui, fino a qualche settimana fa, lo ‘chef di Putin’ inveiva contro gli incapaci vertici militari putiniani. E nello stesso giorno di Prigozhin si è rifatto vivo proprio uno dei bersagli gallonati delle sue precedenti invettive: l’odiato ministro della Difesa, Serghey Shoigu, sparito dai radar da quel drammatico 24 giugno della rivolta wagneriana. Shoigu in un video ufficiale ispeziona l’’addestramento di soldati. Sugli altri fronti del conflitto non diminuisce la tensione per un possibile disastro radioattivo intenzionale alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi. Il servizio di intelligence militare ucraino (Gur) ha pubblicato su Telegram una mappa che mostra in che modo sono state piazzate dall’esercito russo le mine nella: «Nei locali tecnici e nelle sale macchine sono state installate barriere di mine antiuomo sia telecomandate che di tipo direzionale».

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