Giovedì 21 Novembre 2024

Le indagini sul naufragio: il mare era calmo e la barca ferma, un video smentisce la Grecia

Un fermo immagine tratto da un video di Defence Line mostra l'imbarcazione carica di migranti naufragata in mare

La versione della guardia costiera ellenica secondo cui i migranti avrebbero rifiutato i soccorsi greci, proseguendo nella loro traversata dell’Egeo, verrebbe smentita da un video girato da un membro della prima nave commerciale che si è avvicinata al peschereccio naufragato, mettendo in così discussione quanto affermato delle autorità marittime locali. Una tragedia dai contorni drammatici, con almeno 78 morti accertati, 104 tratti in salvo, su un totale, a bordo, secondo le testimonianze, di circa 750 persone. Le immagini, diffuse dal sito defenceline.gr, mostrano l’imbarcazione in quello che sembra essere il momento del tramonto con il mare calmo e il peschereccio che sembra essere sostanzialmente fermo. Il video dimostrerebbe che il meteo avrebbe favorito un intervento di salvataggio, mentre la quasi immobilità del mezzo si scontrerebbe con quanto affermato dalla Guardia costiera. La nave si sarebbe trovata nella cosiddetta situazione di distress, ovvero in difficoltà, che avrebbe dovuto portare all’intervento dei soccorsi. Il portavoce della Guardia costiera Nikos Alexiou, inoltre, aveva negato l’esistenza di immagini precedenti alla tragedia. Dopo più di 72 ore continuano le ricerche in acque internazionali, a 47 miglia nautiche a sud-ovest dalla greca Pylos, per individuare gli eventuali dispersi del peschereccio di migranti proveniva da Tobruk, in Libia. Ad essere impiegata una fregata della Marina, tre navi costiere e un elicottero della Guardia Costiera. Il lavoro dei soccorritori è però reso difficile dalle condizioni meteo della zona, dove soffiano venti da ovest nord-ovest. Uno dei nove uomini fermati nell’ambito delle indagini del naufragio ha intanto confessato il suo coinvolgimento nel traffico di migranti. Secondo il media greco Kathimerini, ha ammesso di aver ricevuto denaro per svolgere lavori a bordo della nave Adriana durante il viaggio, ma ha smentito di essere un «membro chiave» del traffico di migranti. Gli altri otto egiziani fermati, invece, hanno negato le accuse di aver costituito un’organizzazione criminale, aver causato un naufragio e aver messo in pericolo la vita delle persone a bordo. Le persone fermate, tutte di età compresa tra i 20 e i 40 anni, avrebbero composto l’equipaggio della nave, rivestendo ruoli distinti nel traffico di migranti. «Si è trattato di un traffico organizzato che era in preparazione da 40, forse 50 giorni», ha dichiarato un funzionario della guardia costiera. Una bufera politica è invece esplosa dopo le dichiarazioni di Spilios Kriketos, un parlamentare di destra del partito Nuova Democrazia (Nd) dell’ex primo ministro Kyriakos Mitsotakis, in cerca di un secondo mandato alle urne il prossimo fine settimana. Pur condannando la «tragica» perdita di vite umane, compresi dei «bambini», Kriketos ha affermato che la Grecia «non può tollerare più migranti». Nel corso dell’intervista in un’intervista sul canale Kontra YouTube ha poi accusato i migranti di furto. Dichiarazioni che hanno fatto infuriare il partito che ha deciso di espellerlo. «Opinioni come quelle espresse da Spilios Kriketos non hanno posto nel nostro partito - ha affermato Nuova Democrazia in una nota -. Le dichiarazioni di odio e razzismo non fanno parte dei nostri valori». Ad aggrapparsi alla speranza che i loro figli possano essere ancora vivi, pochi giorni dopo l’affondamento del barcone, sono invece i genitori siriani di alcuni adolescenti che si erano imbarcati nel peschereccio. «Non ho avuto notizie di mio figlio. Non gli ho parlato. Non ho sentito la sua voce», ha raccontato alla France Presse Iyad parlando del figlio Ali, di 19 anni. “Sua madre non ha smesso di piangere per tre giorni, preghiamo Dio giorno e notte». Sul naufragio si è espresso anche il governo italiano, che si batte per una gestione condivisa dei flussi da parte dell’Ue. «Sono tragedie che non vorremmo mai vedere. Purtroppo una serie di ritardi da parte dell’Europa hanno impedito che si arrivasse a una soluzione strategica del problema: servono sforzi che devono essere dell’Unione Europea», ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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