Dopo settimane di negoziati, l’America respira. Con l’approvazione anche da parte del Senato della legge che sospende il tetto del debito fino al 2025, gli Stati Uniti evitano, nel giro di pochi giorni, la minaccia di uno storico default. «Questa è una grande vittoria per l’economia e per il popolo americano», ha dichiarato a caldo il presidente Joe Biden, dicendosi «impaziente» di mettere in atto l’intesa. Secondo il Tesoro Usa, la più grande economia del mondo aveva fino a lunedì per evitare un fallimento che avrebbe avuto pesanti ripercussioni sulle piazze globali. L’America, come quasi tutte le principali economie, vive a credito. Ma a differenza di altri Paesi sviluppati, gli Stati Uniti si scontrano regolarmente con un vincolo legale: il tetto del debito, ovvero l’ammontare massimo di indebitamento, deve essere formalmente alzato o sospeso dal Congresso. E questa procedura legislativa di routine, è diventata per i repubblicani, che detengono la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, e per il loro leader Kevin McCarthy, uno strumento di pressione politica contro il democratico Joe Biden. Per settimane, confronti, colloqui e incontri a tutti i livelli si sono susseguiti alla Casa Bianca in interminabili sessioni negoziali, con Washington sospesa per settimane sulla sorte del famoso «tetto del debito». Anche se è molto comune che su questo tipo di dossier si raggiungano accordi last minute, le ultime trattative hanno spinto l’agenzia Fitch a porre «sotto sorveglianza» il rating AAA degli Stati Uniti. Sabato sera, nel bel mezzo del lungo weekend festivo, le due parti hanno finalmente strappato un accordo. Questo testo ha permesso di evitare il peggio: che le casse del Paese si prosciugassero il 5 giugno, rischiando di spingere gli Usa al default. Da un giorno all’altro il Paese avrebbe avuto le maggiori difficoltà ad onorare i propri impegni finanziari, siano essi stipendi, pensioni o rimborsi ai creditori, e sarebbe stato costretto a scelte drastiche. Questa situazione senza precedenti avrebbe fatto precipitare nell’ignoto la finanza, l’economia americana e, per estensione, quella internazionale. È per evitare questo scenario con ripercussioni potenzialmente catastrofiche che il presidente Biden e il repubblicano McCarthy hanno raggiunto questo compromesso. L’accordo era già stato approvato mercoledì sera da un’ampia maggioranza di membri eletti della Camera dei Rappresentanti. Spetta ora a Joe Biden metterlo in atto: una mera formalità. Il leader democratico si è detto «desideroso» di farlo. Il presidente ha anche affermato che oggi si rivolgerà al popolo americano per dettagliare i contorni del testo. Concretamente, l’accordo consente di sospendere per due anni, quindi fino a dopo le elezioni presidenziali e legislative del 2024, l’ammontare massimo dell’indebitamento degli Stati Uniti, attualmente a 31.400 miliardi di dollari. In cambio, i democratici hanno accettato di limitare alcune spese, ma non quanto volevano i repubblicani. Per questo, molti di loro si sono opposti al provvedimento, sia alla Camera che al Senato. «Non fraintendetemi, c'è ancora molto da fare» per risanare le finanze americane, ha avvertito il senatore repubblicano, Mitch McConnell. «Non posso, nella mia anima e coscienza, votare a favore di un disegno di legge che danneggia i lavoratori», ha detto da parte sua l’influente senatore democratico Bernie Sanders.