L’Egitto sta affrontando una crisi economica sempre più profonda, una situazione così grave che la popolazione fatica a sfamare le proprie famiglie. Tanto che per combattere il carovita, il governo suggerisce di cucinare le zampe di gallina, una parte ricca di proteine del volatile solitamente riservata come scarto per cani e gatti. Un invito, scrive la Bbc online, che ha subito provocato la rabbia della popolazione e intensificato le critiche al governo.
Molti Paesi stanno combattendo contro l’impennata dell’inflazione, ma l’Egitto, che a marzo ha superato di poco il 30%, è uno di quelli che sta soffrendo di più. Per molte persone, articoli che prima erano beni di prima necessità come l’olio per cucinare e il formaggio sono diventati lussi inaccessibili. Alcuni prodotti sono raddoppiati o triplicati nel giro di pochi mesi.
«Mangio carne una volta al mese, oppure non la compro affatto. Compro il pollo una volta alla settimana», dice Wedad, una madre di tre figli alla Bbc. Un anno fa, la donna viveva tranquillamente con la sua pensione mensile di 5.000 lire egiziane (152 euro). Si sarebbe definita della classe media. Ora, come molti altri egiziani, fatica ad arrivare a fine mese. “Il prezzo di un chilo di filetti di pollo è di 160 lire egiziane (2,88 euro)», ma ora si vendono anche le ossa e le zampe che costano «solo 20 lire egiziane» (0,61 euro).
Parte della ragione per cui l’Egitto sta lottando è che dipende in larga misura dalle importazioni di cibo piuttosto che dall’agricoltura nazionale per nutrire la sua enorme popolazione di oltre 100 milioni di persone. Persino il grano per nutrire i polli viene importato. Lo scorso anno, nell’arco di 12 mesi, la sterlina egiziana ha perso metà del suo valore rispetto al dollaro statunitense. A gennaio, quando il governo ha nuovamente svalutato la moneta, il costo delle importazioni, come quello del grano, è aumentato notevolmente.
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