Rafforzare l’esercito e migliorare la «prontezza al combattimento» delle forze nucleari, aumentare del 30% il numero degli effettivi e realizzare due nuove basi navali nelle aree occupate del sud-est dell’Ucraina: sono questi gli obiettivi emersi dal vertice delle forze armate russe presieduto da Vladimir Putin e prontamente trasmesso in tv. Una riunione che si è svolta a dieci mesi dall’inizio dell’invasione ordinata da Putin e durante la quale il leader del Cremlino è tornato ad attingere a piene mani alla sua propaganda e ha promesso che le sue truppe raggiungeranno gli obiettivi prefissati.
Ma il presidente russo ha anche ammesso che il suo esercito ha incontrato delle difficoltà. Se ieri aveva parlato di «una situazione estremamente difficile» nelle regioni ucraine annesse unilateralmente da Mosca, oggi Putin ha dichiarato che «la mobilitazione parziale ha rivelato alcuni problemi» che «dovrebbero essere prontamente risolti». La mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti russi (300.000 ufficialmente) per il conflitto in Ucraina è stata organizzata in maniera caotica: ci sono state persone richiamate per errore, e reporter e attivisti hanno denunciato diversi casi di coscritti mandati al fronte senza addestramento né equipaggiamento adeguati. Inoltre, molti russi hanno lasciato il Paese nel timore di essere catapultati sul campo di battaglia contro la loro volontà.
Putin ha anche detto che «le operazioni di combattimento» hanno fatto emergere dei punti su cui «lavorare», ma il suo intervento davanti alle telecamere non era certo incentrato sui problemi del suo esercito, che negli ultimi mesi ha perso terreno in Ucraina. Il presidente russo ha semmai posto l’accento sulle nuove armi che - a suo dire - saranno presto dispiegate dalle sue forze armate: «All’inizio di gennaio, la fregata Ammiraglio Gorshkov sarà equipaggiata con il nuovo missile ipersonico Zircon», ha detto Putin, aggiungendo che, «a breve, i missili balistici intercontinentali Sarmat assumeranno per la prima volta l’allerta di combattimento». Si tratta di alcune armi che Putin aveva annunciato quattro anni fa presentandole come capaci di penetrare qualsiasi difesa antimissilistica e di rendere quindi «inefficaci» gli scudi americani. «Non abbiamo limiti ai finanziamenti. Il Paese e il governo stanno dando tutto quello che chiede l’esercito, tutto», ha proseguito il presidente russo, secondo il quale «le capacità di combattimento delle forze armate» di Mosca starebbero «aumentando costantemente».
Putin torna insomma a flettere i muscoli, mentre in Ucraina si continua a combattere e a morire. Se ad agosto il Cremlino aveva ordinato di aumentare gli effettivi delle forze armate russe da un milione a 1.150.000 militari, oggi il ministro della Difesa, Sergey Shoigu, ha rilanciato proponendo che gli effettivi salgano addirittura a 1 milione e mezzo e di far slittare l’età dei richiamabili per il servizio militare dalla fascia 18-27 anni a quella 21-30 anni. Putin ha approvato le proposte di Shoigu, che ha anche annunciato che Mosca intende realizzare «basi per navi di supporto, servizi di soccorso e unità di riparazione navale» a Mariupol e Berdyansk: due città ucraine sul Mare d’Azov occupate dalle truppe russe.
L’invasione russa ha ucciso decine di migliaia di persone e costretto milioni di ucraini a lasciare le loro case. «Non c’è nulla di cui accusarci. Abbiamo sempre visto gli ucraini come un popolo fraterno e lo penso ancora», ha però detto il leader del Cremlino nel suo discorso impregnato di retorica. Poi ha affermato che quella in Ucraina è «una tragedia», ma - secondo lui - il «risultato della politica di Paesi terzi»: parole che ignorano la realtà dei fatti, ma che rispecchiano la tesi della «fortezza assediata» tanto cara alla propaganda dello zar.
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