L’esercito della Corea del Sud ha lanciato oggi tre missili di precisione aria-superficie nelle acque nordcoreane in risposta ai lanci della Corea del Nord, che in precedenza ha lanciato più di 10 missili, uno dei quali è atterrato nelle acque sudcoreane, cosa mai accaduta prima. Lo Stato Maggiore della Corea del Sud ha dichiarato in un comunicato che i caccia F-15 e F-16 hanno sparato questi missili di precisione «in mare aperto nelle acque a nord della LLN (Northern Limit Line, la linea di demarcazione tra le acque dei due Paesi)» per «rispondere alla provocazione» della Corea del Nord, in quella che è anche la prima volta che i missili di Seul sono atterrati nelle acque territoriali del Paese vicino. La Corea del Nord ha lanciato oggi più di 10 missili di vario tipo, uno dei quali, un missile balistico a corto raggio, si è schiantato a 57 chilometri a est della città costiera di Sokcho (160 km a nord-est di Seul), segnando la prima volta che un missile di Pyongyang è atterrato nelle acque meridionali. Non solo. La Corea del Nord ha minacciato di usare le armi nucleari per far pagare a Usa e Corea del Sud «il prezzo più orribile della storia» qualora dovessero far ricorso alla forza, in un’escalation retorica contro le manovre militari congiunte in corso su larga scala di Washington e Seul. In una nota diffusa nella notte dalla Kcna, Pak Jong-chon, un segretario del Partito dei Lavoratori e stretto collaboratore del leader Kim Jong-un, ha definito le manovre «aggressive e provocatorie». Il Nord, definendo come «avvertimenti» i suoi molteplici lanci di missili, ha preso di mira le manovre partite lunedì che coinvolgono 240 aerei da guerra.