Aveva olio di hashish, la Russia conferma 9 anni di pena per la stella del basket Usa Brittney Griner
Non è bastato l’ultimo, drammatico appello dell’imputata ai giudici perché le riducessero una pena «traumatica». Una Corte d’appello della regione di Mosca ha confermato la condanna a nove anni di reclusione per Brittney Griner, star del basket americano, incarcerata dal febbraio scorso in Russia dopo essere stata trovata in possesso di una piccola quantità di olio di hashish. Un altro «processo farsa», lo hanno definito gli Usa, ritenendo che l’atleta due volte campionessa olimpica sia semplicemente una pedina che la Russia intende utilizzare per uno scambio di prigionieri. «Spero che la Corte modifichi questa sentenza perché è stata molto, molto stressante e molto traumatica», aveva detto la cestista intervenendo in videoconferenza all’udienza. Una richiesta rimasta inascoltata. A questo punto lunghi anni di detenzione attendono l’atleta, arrestata in febbraio al suo arrivo all’aeroporto Sheremetevo di Mosca per essere stata trovata in possesso di 0,72 grammi di olio di hashish contenuti in alcune cariche liquide per sigarette elettroniche. Una sostanza che la cestista aveva detto di assumere a scopi terapeutici. L’unica speranza che le rimane di poter tornare libera in tempi più rapidi è quella di rientrare in uno scambio di detenuti fra la Russia e gli Stati Uniti, di cui si parla da tempo. Il presidente Usa Joe Biden «ha dimostrato che vuole fare il massimo e prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani» detenuti in Russia, ha assicurato il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, pur giudicando appunto un “processo farsa» quello nei confronti della Griner. Già lo scorso agosto la Casa Bianca aveva detto di avere fatto “un’offerta sostanziale» a Mosca che consentirebbe di fare tornare a casa, oltre alla cestista, anche l’ex marine Paul Whelan, arrestato nel 2018 e condannato a 16 anni di reclusione per spionaggio. In cambio Washington potrebbe prendere in considerazione il rilascio di Victor Bout, un trafficante d’armi russo che sta scontando una condanna a 25 anni negli Usa. Mosca si è detta favorevole a uno scambio, chiedendo però che le trattative proseguano in forma strettamente riservata. I negoziati potrebbero farsi più complicati dopo il recente arresto alla Malpensa, su mandato internazionale della magistratura americana, dell’imprenditore russo Artem Uss, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, e del suo socio Yury Orekhov in Germania. Gli Usa chiedono l’estradizione dei due, accusandoli tra l’altro di contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia, elusione delle sanzioni americane e riciclaggio per milioni di dollari. E’ quindi una trattativa difficile quella da cui dipende la sorte di Brittney Griner, giocatrice di punta dei Phoenix Mercury, che era arrivata in Russia per giocare nel campionato nazionale nelle fila di una squadra di Ekaterinburg durante la pausa del campionato Wnba americano. La settimana scorsa l’atleta americana ha compiuto 32 anni. «E’ tragico - ha detto l’incaricata d’affari statunitense a Mosca, Elizabeth Rood - che abbia dovuto passare il suo compleanno in una prigione russa invece che a casa con la sua famiglia o su un campo da basket con le sue compagne di squadra».