Venerdì 15 Novembre 2024

La Corea del Nord lancia un altro missile verso il mar del Giappone

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un

Kim Jong-un continua a provocare. La Corea del Nord ha lanciato oggi un nuovo missile balistico in direzione est, verso il mare, in un chiaro messaggio di sfida a Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, aumentando le tensioni nella regione sullo sfondo delle manovre navali militari condotte da Washington, Seul e Tokyo, le prime in cinque anni. A denunciare l’ennesima azione, la settima in due settimane, sono state le forze armate di Seul, citate dall’agenzia sudcoreana Yonhap. Pyongyang da parte sua ha affermato che i suoi ultimi test missilistici sono solo delle azioni «regolari e di autodifesa» contro le minacce militari statunitensi. «L’Uss Ronald Reagan da 103.000 tonnellate, il fiore all’occhiello delle esercitazioni navali congiunte, è stata accuratamente monitorata nel mare orientale», ha detto un portavoce del ministero della Difesa della Corea del Nord che ha richiesto l’anonimato, precisando che la portaerei Usa a propulsione nucleare ha «cospirato con le navi militari sudcoreane per eseguire esercitazioni marittime congiunte contro la nostra nazione». L’ufficio del primo ministro giapponese ha confermato su Twitter il lancio, precisando però che il missile sembrerebbe essere caduto fuori dalla cosiddetta area economica esclusiva di Tokyo in mare mentre la guardia costiera ha affermato di non aver ricevuto finora alcuna segnalazione di danni alle navi giapponesi. La tensione nell’area continua pericolosamente a salire dopo che martedì il dittatore nordcoreano aveva sparato un missile a raggio intermedio (Irbm) per circa 4.600 chilometri che aveva sorvolato il paese del Sol Levante, con la popolazione locale che era stata invitata a rifugiarsi. Un lancio che aveva innescato poi la risposta di Seul e Washington che avevano sparato a loro volta quattro missili, di cui uno che si era schiantato al suolo. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha espresso la speranza che le parti interessate si astengano da un linguaggio duro, definendo la situazione nella penisola «complessa e delicata». La stessa fonte ha ribadito la posizione della Cina secondo cui le preoccupazioni di ciascuna parte dovrebbero essere risolte attraverso il dialogo e i negoziati in modo «equilibrato».

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