Due navi da guerra americane attraversano lo Stretto di Taiwan per la prima volta dalla visita della speaker della camera Nancy Pelosi a Taipei e dalla violenta reazione cinese. Ed il passaggio di «routine» in acque internazionali scatena l’ira di Pechino. «Le truppe restano in stato di massima allerta e sono pronte in ogni momento a sventare qualsiasi provocazione», ha avvertito il portavoce del Comando Orientale dell’Esercito cinese Shi Yie, criticando gli Stati Uniti per aver «pubblicizzato» la loro operazione. Nell’annunciare il passaggio della USS Antietam e della USS Chancellorsville, la marina americana ha spiegato come l’attraversamento «dimostri l’impegno degli Stati Uniti a un’area indo-pacifica libera e aperta. Le forze americane volano, navigano e operano ovunque la legge internazionale lo consente». Il passaggio è «in linea con la nostra politica dell’Unica Cina, e con il nostro desiderio di assicurarci di poter continuare a lavorare per un’area indo-pacifica-aperta», ha aggiunto il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby. Taiwan è divenuto l’ultimo fronte di scontro fra Washington e Pechino, con la visita di Pelosi che ha fatto salire ulteriormente una tensione già alle stelle. A gettare benzina sul fuoco è stato poi l’annuncio americano dell’avvio di colloqui commerciali con Taipei, il maggiore produttore al mondo di semiconduttori. Due provocazioni inaccettabili secondo la Cina di Xi Jinping, che ha reagito duramente con una serie di esercitazioni militari mai viste nell’area, per riaffermare il suo controllo sull’isola. Nonostante l’alta tensione non è escluso che il presidente cinese e Joe Biden possano aver un colloquio faccia a faccia in Indonesia a margine dei lavori del G20, al quale prenderà parte anche Vladimir Putin. Proprio una possibile alleanza Xi-Putin innervosisce gli Stati Uniti, impegnati in prima linea a sostenere l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Un conflitto non criticato da Xi che, sempre in risposta al viaggio di Pelosi a Taiwan, sembrerebbe intenzionato a volare per metà settembre al vertice regionale dell’Asia Centrale e incontrare a margine Putin. Ma gli attriti fra Stati Uniti e Cina si spingono anche al di là dell’Ucraina. Le due superpotenze economiche globali sono infatti impegnate in una guerra commerciale avviata da Donald Trump e che, al momento, Biden sembra voler continuare. I dazi imposti a Pechino dall’ex presidente sono infatti ancora in vigore, anche se la Casa Bianca ne sta valutando un allentamento. Nel tentativo di ridurre le pressioni inflazionistiche, legate in parte ai lockdown cinesi per la politica ‘Zero Covid’. Sempre sul fronte economico c’è stata di recente una schiarita con l’accordo preliminare raggiunto fra i due paesi per evitare il delisting di 200 aziende cinesi da Wall Street. Un’intesa che sembra confermare come i canali di comunicazioni, al di là delle tensioni, restino in qualche modo aperti. E che la strada del dialogo, seppur stretta, sia ancora percorribile.