Da oltre 30 anni sotto la minaccia di morte dell’Iran e dell’estremismo islamico, Salman Rushdie ha di nuovo rischiato la vita. L’autore dei ‘Versetti satanicì è stato accoltellato al collo durante un festival letterario nello Stato di New York ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico, dopo il trasporto in eliambulanza in ospedale. Un uomo è stato fermato e arrestato dalla polizia ma non è ancora chiaro quale sia stato il movente dell’aggressione contro di lui, da sempre nel mirino dei fondamentalisti e sulla cui testa l’ayatollah Khomeini offrì, l’anno dopo la pubblicazione del famoso libro considerato da una parte dell’islam ‘blasfemò, una taglia di 3 milioni di dollari.
L'aggressione in una manciata di secondi
L’attacco è avvenuto alle 10.45 ora locale (le 16.45 in Italia), poco dopo che Rushdie era salito sul palco del Chautauqua Institution, a un centinaio di chilometri da Buffalo, per tenere una conferenza. Un uomo, che indossava una mascherina nera secondo il racconto dei testimoni, si è alzato dalla platea e si è avventato sullo scrittore. Alto e magro, hanno raccontato i presenti, ma dalla polizia non è arrivata nessuna indicazione sulla sua identità.
«Tutto si è svolto in una manciata di secondi», ha detto un altro testimone che era seduto tra il pubblico. «Era coperto di sangue, colava sul pavimento», ha raccontato. «Ho visto del sangue intorno ai suoi occhi e colargli giù per la guancia». All’inizio non è stato chiaro se l’aggressore lo avesse preso a pugni o accoltellato. Poi la notizia shock: Rushdie è stato colpito con un’arma da taglio diverse volte e ferito al collo, forse anche al torace. Colpito anche il moderatore della conferenza ma non in modo grave, mentre l’aggressore è inciampato sul palco, ha sbattuto la testa ed è stato fermato ed arrestato dalla polizia.
Lo scrittore sottoposto a intervento chirurgico
Le condizioni di Rushdie, che ha 75 anni, non sono state rese note. Si sa che lo scrittore è stato sottoposto a un intervento chirurgico dopo essere stato trasportato in elicottero in ospedale. «Rushdie è vivo», ha dichiarato poco dopo l’aggressione la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul esprimendo vicinanza allo scrittore e alla sua famiglia. “Condanniamo ogni forma di violenza e vogliamo che tutti abbiano la libertà di parlare e scrivere la verità», ha detto ancora. Il premier britannico Boris Johnson ha condannato l’attacco. “Inorridito dal fatto che Salman Rushdie sia stato accoltellato mentre esercitava un diritto che non dovremmo mai smettere di difendere», ha twittato. «In questo momento i miei pensieri sono con i suoi cari. Speriamo tutti che stia bene».
Pioggia di solidarietà
Solidarietà all’autore è stata espressa anche dal mondo letterario e da tanti scrittori. Stephen King si è augurato che Rushdie «stia bene», J.K. Rowling ha definito l’attacco «una notizia orribile». «Sto molto male, speriamo che stia bene», ha scritto su twitter l’autrice della saga di Harry Potter. PEN America, l’organizzazione no profit che lavora per difendere e celebrare la libertà d’espressione, ha definito l’aggressione “brutale e premeditata». «Non possiamo pensare a nessun incidente paragonabile a questo violento attacco pubblico contro uno scrittore sul suolo americano», si legge in una nota dell’organizzazione. Rushdie si è sempre impegnato con “un’energia instancabile» per assistere altri come lui minacciati, ha sottolineato l’amministratore delegato, Suzanne Nossel, la quale ha raccontato che Rushdie le aveva inviato un’email poche ore prima dell’aggressione offrendo aiuto per gli autori ucraini. «Speriamo e crediamo fermamente che la sua voce essenziale non possa e non sarà messa a tacere».
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