Johnny Depp ha vinto: l’ex moglie Amber Heard lo ha diffamato e dovrà pagargli 15 milioni di dollari di danni. «E’ un passo indietro per tutte le donne. Un ritorno all’epoca in cui una donna che avesse osato denunciare violenze veniva messa alla gogna», ha commentato l’attrice di “Aquaman» dopo aver ascoltato a capo chino la lettura del verdetto. Dopo un processo di sei settimane in cui i protagonisti del breve matrimonio degli orrori si sono dilaniati a vicenda in aula i sette giurati - cinque uomini e due donne - hanno trovato l’unanimità. Un colpo al cerchio e uno alla botte: la giuria ha assegnato a Amber due milioni di dollari di danni per via di un’affermazione di un avvocato di lui che aveva definito «un imbroglio» le sue accuse. Nonostante la vittoria sminuita l’ex Pirata dei Caraibi ha esultato: «La giuria mi ha ridato la vita». Johnny, oggi fotografato in un pub di Newcastle, era rimasto in Gran Bretagna, dove nel 2020 aveva perso la prima puntata della saga processuale - in quell’occasione aveva portato in giudizio il tabloid The Sun che lo aveva definito uno che picchia le mogli» - per «precedenti impegni di lavoro» avendo già vinto la sua battaglia, prima che nell’aula giudiziaria, nella corte della pubblica opinione e dei social media. Il processo, ad altissimo contenuto mediatico, è stato il primo dell’era TikTok e uno dei più clamorosi in una corte civile dell’epoca #MeToo. All’ultimo momento la giudice Penny Azcarate ha rimandato la giuria in camera di consiglio perché non aveva assegnato una cifra compensatoria della diffamazione. I 15 milioni, ridotti poi a 10,5 dalla giudice, sono meno degli “almeno 50» chiesti da Depp, ma pur sempre una somma gigantesca e più del doppio di quanto strappato dalla Heard al tempo del divorzio. Amber e Johnny, che si erano conosciuti nel 2011 sul set di The Rum Diary, si erano sposati nel 2015, ma l’unione era naufragata l’anno dopo quando lei aveva ottenuto un’ingiunzione della magistratura per evitare che l’ex marito, accusato di violenze domestiche, le si potesse avvicinare. Al centro della causa era stato un articolo di opinione firmato due anni dopo da Amber sul «Washington Post» in coincidenza con il suo film «Aquaman»: senza mai nominare l’ex marito, l’attrice si era definita «una figura pubblica che rappresenta la violenza domestica». Depp non era presente alla lettura del verdetto: si trova ancora in Gran Bretagna dove ieri ha suonato con Jeff Beck alla Royal Albert Hall di Londra, presente l’ex fidanzata Kate Moss che lo aveva difeso durante il processo. «La sua assenza dimostra quali sono le sue priorità. Johnny suona la chitarra in Gran Bretagna mentre Amber aspetta un verdetto in Virginia. Depp porta in tournée il suo cinismo e la sua mancanza di serietà», aveva detto un portavoce di Amber prima della lettura del verdetto e mentre una piccola folla, nulla rispetto alle giornate «calde» del processo, si radunava fuori dalla corte. Una donna ha in mano un cartellone decorato con cuoricini e la scritta «Giustizia per Johnny».