Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Papa Francesco e il dolore al ginocchio: «Non posso camminare»

Il Papa si appoggia ad un alto prelato per camminare

Il Papa continua a lanciare appelli per la pace in Ucraina e ad esprimere il suo dolore per la tragedia. Oggi il pensiero è andato ai tanti legami familiari spezzati dal conflitto. Parlando con i pellegrini arrivati dalla Slovacchia, li ha ringraziati per la loro accoglienza ai profughi. «Recentemente la vostra accoglienza si è dimostrata di nuovo, questa volta nel contesto tragico della guerra. In questi mesi tante vostre famiglie, parrocchie e istituzioni hanno ricevuto sotto il loro tetto le mamme con i bambini delle famiglie ucraine costrette a dividersi per mettersi in salvo, arrivati con il loro povero bagaglio. Guardando i loro occhi siete testimoni di come la guerra - ha detto Papa Francesco - fa violenza ai legami familiari, priva i figli della presenza del papà, della scuola, e lascia nell’abbandono i nonni».

Il Pontefice ha chiesto allora di «continuare a pregare e lavorare per la pace, che si costruisce nella nostra vita di ogni giorno, anche con questi gesti di carità accogliente». E mentre la diplomazia vaticana continua a operare dietro le quinte per cercare di riallacciare i fili del dialogo, oggi (30 aprile) il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, è tornato a sottolineare la necessità di aprire un negoziato, unica vera via per poter sperare nella pace. «Anche la nostra dottrina riconosce il diritto della difesa armata di un Paese che viene aggredito, ma solo se insieme si fa di tutto per costruire la pace con l’attività diplomatica, anche perché, come ci insegna la storia, la pace che si raggiunge con le armi non è stabile come quella che si ottiene con la diplomazia. Da lì bisogna per forza passare e noi dobbiamo pregare tutti insieme perché si arrivi al più presto alla fine della guerra nella vostra terra», ha detto il card. Parolin facendo visita a quindici profughi ucraini con disabilità ospitati da oltre un mese a Torino in una delle Rsa del Cottolengo.

E’ atteso per domani, domenica Primo maggio, un nuovo appello del Papa per cessare il fuoco in Ucraina alla preghiera del Regina Coeli. Un appello incessante che viene scandito dal Pontefice, domenica dopo domenica, da oltre due mesi. E per Papa Francesco persistono anche i suoi guai al ginocchio. Oggi, alla fine dell’udienza con gli slovacchi, è rimasto seduto al momento dei saluti. «C’è un problema: questa gamba non va bene, non funziona, e il medico mi ha detto di non camminare. A me piace andare ma questa volta devo obbedire al medico. Per questo vi chiederò il sacrificio di salire le scale - ha detto rivolto ai fedeli nell’Aula Paolo VI - e vi saluto da qui, seduto. E’ una umiliazione ma lo offro per il vostro Paese». Il Pontefice è affetto da una forma acuta di gonalgia che da qualche tempo ha comportato qualche cambiamento nella sua agenda: quest’anno, per esempio, non presiederà l’ordinazione sacerdotale dei presbiteri di Roma che saranno ordinati domenica 8 maggio dal cardinale vicario Angelo De Donatis a San Giovanni in Laterano. Si tratta di sette diaconi che il Papa ha però voluto incontrare questa mattina in Vaticano. A causa di questi dolori Papa Francesco recentemente si è sottoposto anche a specifici controlli medici. Se il Vaticano ufficialmente non fornisce dettagli sulla salute del Papa, alcuni fonti vicine a Casa Santa Marta parlano di una possibile operazione di protesi al ginocchio. Una cosa abbastanza di routine per molti anziani. Ma al momento sembra che Papa Francesco non possa (o forse non voglia) operarsi per superare il problema.

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia