Giovedì 26 Dicembre 2024

La svolta di Biden: gli Usa mandano in Ucraina tank, droni e missili

Un blindato danneggiato nel villaggio di Nova Basan nell'area di Kiev

Un’operazione di triangolazioni con gli alleati per far arrivare tank di fabbricazione sovietica a Kiev per la prima volta dall’inizio della guerra. Ma anche missili a guida laser, droni kamikaze Switchblade (con testate esplosive), droni leggeri da ricognizione di tipo Puma e blindati Humvees. Joe Biden alza il tiro e aumenta non solo la quantità ma anche il livello letale delle forniture belliche all’Ucraina: non più solo in chiave difensiva ma pure offensiva, per consentire a Kiev di contrattaccare mentre le truppe russe sembrano ritirarsi per riorganizzarsi. La svolta arriva nel giorno in cui il commander in chief mostra i muscoli partecipando con la first lady alla cerimonia del varo di un sommergibile da guerra a propulsione nucleare nel porto della sua Wilmington, in Delaware. «Rafforzerà la sicurezza della nostra nazione ma anche dei nostri alleati e partner nel mondo», ha spiegato il commander in chief riferendosi all’Uss Delawarr, dopo che i vertici della Marina l’avevano definito un «guardiano della libertà e un deterrente contro le aggressioni». Poco prima il Cremlino aveva lanciato un monito al vecchio continente, nell’ennesimo tentativo di dividerlo dagli Stati Uniti: «Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arriverà il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo», ha avvisato il portavoce Dmitri Peskov. La vera svolta sembra quella dei tank, anche se sfugge perchè i russi dovrebbero considerarli diversamente dai jet polacchi made in Urss chiesti dal presidente Volodymyr Zelensky ma negati finora da Washington e alleati. Gli Stati Uniti hanno comunque deciso di agire come intermediari per trasferire i carri armati di fabbricazione sovietica ai soldati ucraini, che sanno già come usarli e potrebbero impiegarli per effettuare lanci di artiglieria a lunga gittata contro obiettivi russi in Donbass. Le fonti del New York Times hanno rivelato che le consegne inizieranno presto ma non hanno voluto precisare il numero dei tank nè da quali Paesi arriveranno. Anche altri Paesi occidentali tuttavia stanno facendo lo stesso, a partire da Berlino, che ha sbloccato l’invio di una sessantina di veicoli corazzati Pvb501 con un giro tortuoso: usati in Germania Est, acquisiti dalla Germania Ovest e rimodernati, quindi venduti alla Svezia che poi li ha rivenduti alla Repubblica Ceca. Ora saranno dati agli ucraini con il placet tedesco. Anche il premier australiano Scott Morrison ha annunciato che manderà a Kiev i blindati Bushmaster, accogliendo l’appello di Zelensky al parlamento di Canberra. Del resto il giorno prima il ministro della difesa britannico Ben Wallare aveva riferito che Londra e i suoi partner avevano deciso di mandare più aiuti militari letali a Kiev dopo una conferenza di 35 Paesi donatori. Appare evidente che Washington e Londra vogliono logorare Putin, o per lo meno indebolirlo al tavolo negoziale con Kiev. «Mentre cambiano la situazione e le tattiche sul terreno, dobbiamo cambiare anche le forniture», ha osservato Wallace, spiegando la svolta. Si inquadra in questo contesto anche l’annuncio del Pentagono per ulteriori 300 milioni di aiuti militari, portando a 1,6 miliardi i fondi erogati finora dalla difesa Usa per l’assistenza alla sicurezza dell’Ucraina. Alcune forniture sono molto sofisticate, come i razzi per artiglieria a guida laser, i droni ‘kamikazè Switchblade, i blindati Humvees. Ma nell’ultimo pacchetto bellico Usa ci sono anche mitragliatori non convenzionali (cioè non usati regolarmente dall’esercito americano), visori notturni, sistemi per le immagini termiche, sistemi di comunicazione tattica criptati, materiale medico e, importantissimi, servizi di immagini satellitari per individuare i movimenti del nemico. Venerdì la Casa Bianca aveva annunciato inoltre l’invio di materiale per proteggere i civili contro eventuali attacchi chimici russi: maschere anti gas, tute protettive e altri equipaggiamenti.

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