Dopo un’assenza di 12 giorni che aveva dato adito ad ogni sorta di congetture sulla sua sorte, il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu è riapparso in immagini diffuse dalla televisione. Ma ciò ancora non basta a fugare tutti i dubbi, mentre il governo ucraino parla di un infarto che lo avrebbe colpito di recente. Il mistero poi rimane intorno al capo di Stato maggiore russo Valery Gerasimov, anch’egli scomparso dalle pubbliche scene e non ancora tornato a farsi vedere. Problemi di salute per l’appunto, allontanamento per punizione visto il fallimentare andamento della guerra in Ucraina, o addirittura una mossa di Mosca per confondere i nemici, alla spasmodica ricerca di ogni segnale che indichi l’emergere di spaccature all’interno della cerchia putiniana? Ogni ipotesi sembra legittima nelle analisi di chi si sforza, sull’esempio dei cremlinologi di era sovietica, di prevedere le mosse della Russia penetrando il suo opaco sistema di potere. Un esercizio che finora, come allora, non dà i risultati sperati. Shoigu, uno dei 3 uomini ad avere le chiavi di lancio dei missili nucleari, è apparso in divisa militare in immagini diffuse dal ministero della Difesa mentre presiedeva una riunione dedicata al budget per gli armamenti. Nel video non è indicata alcuna data, ma a far pensare che si tratti di una registrazione delle ultime ore è il fatto che il ministro fa riferimento ad un incontro avuto al dicastero delle Finanze venerdì. Shoigu afferma che gli ordini e le consegne avvengono secondo il programma, «nonostante le difficoltà del momento» dovute alle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per la sua azione militare in Ucraina. «Le priorità sono le armi a lungo raggio a guida di precisione, l’hardware dell’aviazione e mantenere la prontezza di combattimento delle forze nucleari strategiche», dice il ministro. Giovedì il Cremlino aveva dato notizia della partecipazione di Shoigu ad un incontro tra il presidente Vladimir Putin e i membri del Consiglio di sicurezza nazionale, smentendo ogni illazione su presunte punizioni o problemi di salute del ministro, che ha 66 anni. «Shoigu - aveva detto il portavoce Dmitry Peskov - ha molto da fare in questo momento, c’è un’operazione militare speciale in corso, e per lui non è il momento per attività mediatiche». Diverso il quadro descritto in un post su Facebook dal vice ministro dell’Interno ucraino Anton Gerashchenko, secondo il quale Shoigu è stato colpito da un infarto a metà marzo. Anche Agentstvo, un sito di notizie indipendente russo, aveva citato in precedenza una fonte anonima che riferiva di problemi cardiaci del ministro. Nessuna notizia, invece, si ha ancora di Valery Gerasimov, scomparso dai radar dal 12 marzo. Una situazione davvero insolita per un capo di stato maggiore nel pieno di una guerra, durante la quale ci si aspetterebbe che mostrasse il suo volto per informare i russi sull’andamento delle operazioni. Il 24 marzo il Pentagono ha detto che Gerasimov e Shoigu non hanno più risposto ai tentativi americani di contattarli dopo l’ultimo colloquio, avvenuto il 18 febbraio, quasi una settimana prima dell’invasione.