Lunedì 18 Novembre 2024

Mosca minaccia l'Italia: «Basta sanzioni o conseguenze irreversibili»

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov assieme a Putin

Mosca dice basta alle sanzioni e avverte l’Italia che se ci saranno altre sanzioni contro la Russia le «conseguenze potrebbero essere irreversibili». «Le sanzioni non sono una nostra scelta - afferma Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo - e non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la «totale guerra finanziaria ed economica» alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili». «Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé - aggiunge - e ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera». Rincara la dose il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov che, dopo aver definito «demagogica» la proposta di mandare del “peacekeeper della Nato in Ucraina», dichiara: «La condotta occidentale conferma che questi paesi non sono affidabili come partner economici». «La Russia resta aperta alla cooperazione con l’Occidente, ma non intende intraprendere tali iniziative da sola», precisa il ministro che invece non esita a sottolineare come la cooperazione tra la Cina e la Russia, «si rafforzerà“ con questa crisi ucraina «considerato che l’Occidente sta calpestando ogni pilastro del sistema internazionale e noi, le due grandi potenze, dobbiamo ovviamente pensare a come proseguire». Un avvertimento, quello russo, che arriva proprio quando da Dubai, il direttore generale dell’Agenzia Ice, Roberto Luongo, avverte come stia «emergendo con forza» una «dipendenza molto forte di approvvigionamenti» per l’Italia «da Russia e Ucraina“ per materie varie, «dai metalli ferrosi e non, ai fertilizzanti, al grano». Una dipendenza che mette «a rischio la catena degli approvvigionamenti del nostro Paese, e non è facile andare su altri Paesi a recuperare queste forniture», anche se ora si dovranno andare a «scovare» alternative. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intanto, lancia un appello al dialogo e invita ad ascoltare le parole del Papa (“Punto di riferimento per la pace”) perché «le sue accorate invocazioni contro la guerra assumono la veste di un appello, rivolto soprattutto a coloro che hanno in mano i destini di così tante vite umane, affinché si ritrovino le ragioni del dialogo e si ponga fine a una situazione gravissima e inaccettabile che mette a repentaglio la sicurezza e la stabilità globali». E mentre i negoziati sembrano in una situazione di stallo con Kiev che parla di «colloqui che dureranno ancora diverse settimane», avvertendo che l’Ucraina «non rinuncerà mai a suoi territori», l’Onu fa un primo bilancio: 816 i  civili uccisi e 1.333 i feriti dall’inizio della guerra. Ma nonostante il tragico numero di vittime, sul campo si continua a combattere. A Leopoli suona per ore un nuovo allarme anti-aereo, poi rientrato. E un reporter belga, Robin Ramaekers, secondo la Bbc, dice di aver documentato le immagini «di 80 cadaveri ritrovati sotto le macerie della base militare di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina», distrutta dalle bombe.

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