«In questa giornata di preghiera e di digiuno per l’Ucraina, imploriamo da Dio quella pace che gli uomini da soli non riescono a costruire»: il Papa torna a lanciare un forte appello per la pace in Ucraina in questo Mercoledì delle Ceneri in cui, con il digiuno e la preghiera, chiede a Dio di far tacere le armi. Francesco, all’inizio della Quaresima, rivolge un pensiero particolare agli anziani, «sotto terra, nei rifugi, per difendersi», forse anche impossibilitati a trovare una via di fuga. Ringrazia i polacchi per aver aperto «i confini e i cuori». E attraverso il suo Elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, Bergoglio invia i primi aiuti, materiale sanitario, che attraverso la basilica di Santa Sofia a Roma, arriverà nei prossimi giorni a Leopoli.
L'azione diplomatica del Vaticano
L’azione diplomatica del Vaticano prosegue pure in questo progressivo chiudersi degli spiragli di speranza. Il governo italiano confida in questa volontà del Papa e della Santa Sede a far tornare le parti al dialogo. «Le iniziative degli ultimi giorni del Santo Padre aprono un importante spiraglio di speranza per riportare la pace in Ucraina. Crediamo molto nella mediazione che la Santa Sede può portare avanti per fermare le armi in Ucraina. Incoraggiamo i colloqui tra le parti: i negoziati sono importanti per arrivare a un cessate il fuoco, che sarà fondamentale per ogni tipo di sforzo umanitario», ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine delle consultazioni con il Segretario per i Rapporti con gli Stati mons. Paul Richard Gallagher. Intanto, mentre le ambasciate del Paesi occidentali in Ucraina si spostano da Kiev, la Nunziatura ha deciso di restare nella capitale. «Non siamo soltanto un’ambasciata. Io qui rappresento il Papa presso l’Ucraina, ma anche presso il popolo e presso le Chiese in Ucraina. Ho non soltanto il dovere, ma anche la possibilità di stare vicino alla gente. Quindi il mio posto è qui», ha detto il Nunzio, mons. Visvaldas Kulbokas.
Tutto il mondo cattolico si è stretto agli ucraini
Tutto il mondo cattolico si è dunque stretto agli ucraini nella giornata di digiuno e preghiera. «Non ci sentiamo soli», ha commentato il Capo della Chiesa greco-cattolica, mons. Sviatoslav Shevchuk. Dall’Italia la solidarietà del presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti: «Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei». Intanto in Parlamento sono 270 i deputati che oggi hanno aderito all’appello del Papa. Alcuni di loro hanno avuto un momento di preghiera con il Sostituto vaticano, mons. Edgar Pena Parra. Non solo la Chiesa: a mobilitarsi in Italia è tutta la società civile. Continuano a riempirsi le piazze che chiedono ’pacè, da Pordenone a Caltanissetta. Per sabato è prevista una manifestazione nazionale della Rete del disarmo a Roma. «Ci sarà una partecipazione larghissima da tutta Italia. La richiesta è alla Russia affinché si fermi, ritiri l’esercito», dicono gli organizzatori. Mentre l’Alleanza per il Welfare, cento organizzazioni molte delle quali cattoliche, avvia la campagna #abbraccioperlapace, con l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia, «arginando e prevendo l’odio che potrebbe divampare tra i due popoli fratelli in conseguenza dell’aggressione Russa all’Ucraina», spiegano i promotori.
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