Giovedì 19 Dicembre 2024

L'Ue chiude i cieli alla Russia e invia armi a Kiev, slitta il blocco dello Swift

Ursula von der Leyen assieme a Josep Borrell

Una nuova raffica di sanzioni ma, soprattutto, la chiusura dei cieli alla Russia e il finanziamento della consegna di armi agli ucraini. A Bruxelles l’aria che si respira è pre-bellica. L’Ue ha accelerato e rafforzato la sua offensiva contro la Russia, compattandosi al fianco di Kiev e allargando il raggio delle sue sanzioni. Misure innanzitutto economiche che a Mosca e ai suoi oligarchi sono destinate a far male. Ma all’Europa non basta. «Per la prima volta finanzieremo l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco», ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen delineando, di fatto, un ruolo inedito per l’Unione: quello di soggetto attivo in un conflitto.

Messa al bando per i media governativi russi

Che Bruxelles voglia fare sul serio emerge anche da un’ulteriore mossa, anche questo inedita, spiegata da Von der Leyen: la messa al bando dei media governativi russi RT e Sputnik e delle testate accessorie. «La macchina mediatica del Cremlino non potrà più diffondere le sue bugie per giustificare la guerra di Putin», è stato l’affondo della numero uno dell’esecutivo europeo.

Via libera all'assistenza militare

Sul tavolo del Consiglio Affari Esteri, convocato in videocall nel tardo pomeriggio, il piatto forte è stato però l’European Peace Facility. L’Ue, per la prima volta, ha deciso di attivare uno strumento creato solo un anno fa come embrione del progetto di difesa europea. L’Alto Rappresentante della Politica Estera Josep Borrell ha chiesto e ottenuto l’attivazione di due tipi di assistenza militare: quella per le armi non letali e quella per il materiale letale. Quindi non solo elmetti e divise ma anche munizioni, fucili, missili. Bruxelles rimborserà, anche retroattivamente, tutti quegli Stati che invieranno armi all’Ucraina. Ma provvederà anche ad incentivare, con un sostegno finanziario, il maggior numero di capitali a farlo. L’Ue ha deciso di aggirare il possibile nodo dell’unanimità dei 27 per l’attivazione dello strumento con la cosiddetta “astensione costruttiva“: uno Stato, di fatto, potrà anche rifiutarsi di inviare armi ma senza ostacolare le decisioni degli altri. Un’azione, quella europea, parallela a quella della Nato, che ha confermato come il sostegno militare degli alleati a Kiev «si sta rafforzando» con l’invio di missili e armi anticarro.

Spazio aereo vietato alle compagnie russe e ai jet degli oligarchi

L’obiettivo dei Paesi membri, compatti come poche volte nella storia recente europea, è isolare in maniera via via più profonda Mosca. Da questa sera è ufficiale il divieto per le compagnie aeree russe di volare in Europa. Anche per i jet privati degli oligarchi. E come possibile ulteriore misura da mettere in campo nei prossimi giorni l’Ue valuta anche la chiusura dello spazio marittimo per le navi russe. Da un punto di vista finanziario, Bruxelles ha optato per lo stop a tutte le transazioni e per il congelamento degli asset esteri per la Banca centrale russa e per la messa in campo di sanzioni individuali per una ventina di oligarchi. E nel mirino dell’Europa entra anche la Bielorussia. Bruxelles ha messo in campo un pacchetto di sanzioni ad hoc che stoppa gli scambi commerciali tra l’Ue e Minsk nei settori già colpiti per la Russia e vieta di importare dal regime di Alexander Lukashenko prodotti come i carburanti minerali, tabacco, cemento, ferro o acciaio.

Slitta l'esclusione della Russia dal sistema Swift

Nella notte Bruxelles ha chiuso la procedura sul terzo pacchetto. Lasciando fuori, tuttavia, l’esclusione della Russia dal sistema Swift. «Ci sono tempi tecnici, non è una sanzione semplice da attuare», hanno spiegato fonti europee. L’accordo sulla misura c’è. A inizio settimana è atteso il via libera formale di questa esclusione selettiva. Ma il numero e i nomi della banche sono ancora oggetto di discussione. Il tema è delicato, l’intesa tra i 27 potrebbe traballare da un momento all’altro. E il nodo resta quello del gas: cacciando Gazprombank dallo Swift, pagare il gas sarà quasi impossibile. Per tutti, Italia inclusa.

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