Domenica 22 Dicembre 2024

Leggero, intermedio, aggressivo: i tre possibili scenari della variante Omicron

Scene dall'emergenza mondiale: qui al Royal London Hospital

«Spingere al massimo la vaccinazione universale, comprese le terze dosi e compresa soprattutto la vaccinazione per i bambini, inclusi quelli sotto i 5 anni non appena possibile». A indicarlo è Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, negli Usa, in un post su Facebook con cui cerca di «mettere ordine tra le tumultuose scoperte di questi giorni su Omicron» indicando tre possibili scenari futuri. Incluso quello peggiore, anche se meno probabile, ovvero che la nuova variante faccia «marcia indietro» su alcune mutazioni, tornando «ad essere efficace, ad infettare il polmone senza perdere la sua aumentata trasmissibilità». Più diffusiva e collegata a forme di malattia meno grave per l'uomo, Omicron sta rimpiazzando Delta nel mondo. Contiene anche una interessante e poco studiata mutazione (I142V) in una proteina «che potrebbe influenzare la capacità mutagenica del virus».

Il primo scenario, quello leggero

Tre, sottolinea il virologo, gli «scenari possibili». «Lo scenario migliore è che si diffonda rimanendo come tale o magari affinando ulteriormente la sua capacità di dare una un’infezione delle vie aeree superiori. In questo caso l'ondata potrebbe essere molto alta come numeri di contagi, ma anche piuttosto rapida nel tempo, e con letalità più bassa delle precedenti ondate».

Il secondo scenario, quello intermedio

Lo scenario intermedio è che Omicron, «nonostante la ridotta letalità, alla fine causi comunque una mortalità assoluta importante nei soggetti non vaccinati o non altrimenti immuni, soprattutto se anziani o affetti da comorbidità, semplicemente come conseguenza del gran numero di infezioni».

Il terzo scenario, quello peggiore

Lo scenario peggiore, è che Omicron «faccia “marcia indietro” sulle tre mutazioni che la rendono meno utilizzabile dall’enzima TMPRSS2 e quindi torni ad essere efficace, ad infettare il polmone senza perdere la sua aumentata trasmissibilità. La probabilità di questo scenario è piuttosto bassa, anche perché non riesco ad immaginare un motivo per cui tale variante dovrebbe acquisire un chiaro vantaggio evolutivo sulla precedente. Tuttavia - conclude Silvestri - non è affatto impossibile e merita una preparazione adeguata a livello di vaccini».

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